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Giuseppe Conte, figuraccia sulle armi a Israele: Guido Crosetto lo inchioda

Francesco Specchia
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Curioso questo vezzo del pacifismo a gettoni abbinato al tuonar delle armi di Giuseppe Conte. Affascinante quel suo essere prima un Churchill ai tempi del bombardamento di Dresda e poi un Gandhi foggiano non-violento fino alla pochette. Mirabile, la sua granitica volontà di disarmare gli israeliani a mani nude. Accade, infatti, che il leader del Movimento 5 Stelle, durante il Question Time alla Camera, accusi il governo di «essersi pilatescamente astenuto» alle Nazioni Unite, in un atteggiamento definito «codardo». La codardia meloniana, secondo l’avvocato del popolo, starebbe nel voto in sede Onu dello scorso 27 ottobre, quando l’Assemblea generale venne chiamata a esprimersi su una risoluzione per la tregua umanitaria

 

 

 Conte, per disattenzione, di quella “codardia” si accorge solo ora. Non solo. Gli era pure sfuggita la spiegazione del governo che volle dare l’ok in quell’occasione giusto perché il documento Onu, casualmente, «non includeva alcun cenno all’attacco omicida del 7 ottobre», ma soprattutto non riconosceva il diritto di Israele di difendersi. Dettagli non irrilevanti. Epperò, Conte va avanti come un cingolato. E il ministro degli Esteri Antonio Tajani non ci sta; e rivendica l’impegno dell’Italia «per arrivare alla pace tra Israele e Palestina»; e ribatte con determinazione : «Qui non c'è nessun codardo e la prego di utilizzare un linguaggio più consono da parte di un uomo che è stato Presidente del Consiglio». Ma l’uomo che è stato Presidente del Consiglio alza ancor di più il tiro. «Abbiate la determinazione di sospendere, pur temporaneamente, le forniture di armi a Israele. Le mamme di Gaza in queste ore scrivono i nomi dei loro figli sulle loro gambe perché hanno paura di non riuscire più a identificarli, danno quasi per certa la morte sotto le bombe. Noi non vorremmo che sopra quelle bombe ci sia il nome indelebile dell’Italia e della sua vigliaccheria. Non nel nostro nome», replicato il pentastellato. Priorità è tagliare le armi a Israele, dunque.

 

 


Ora, ogni volta, quasi ci si dimentica che l’invio di armi –che sia in Ucraina o in Israele o in ogni latitudine del globo da parte di questo governo implementa le decisioni già prese dal governo Draghi di cui Conte e il M5S erano azionisti di maggioranza. E, come nota Guido Crosetto «tutto ciò che è stato inviato negli ultimi mesi a 360 gradi, non solo aiuti militari, è stato deliberato sulla base di cinque decreti definiti dal precedente governo». Cioè dal governo Conte 2 che inviò armi a Israele per 21 milioni di euro. E anche del governo precedente al Conte 2. Il Conte 1, invii per 28 milioni. Mentre gli esecutivi Draghi e Meloni na hanno inviate per 12 e 9 milioni. Certificato in un tweet dal ministro della Difesa. Il novello pacista appulo è l’inviatore di armi più assiduo in assoluto, per frequenza e quantità. Ma, al di là del fatto che gli italiani hanno la memoria di un criceto, Conte, sul tema, è sempre in grado di prodursi in giravolte strabilianti; il 10 settembre 2022, dopo aver predicato per mesi il disarmo ucraino, ospite a In Mezz'Ora, si disse orgoglioso di aver mandato armi a Kiev, armi che stavano permettendo la controffensiva contro i russi. Per dire.

 

 

Ed per questa sua spiazzante postura istituzionale che quando Conte chiede la «sospensione immediata dell’invio della armi in Israele» non s’avvede di qualche altra specifica. Che, per esempio l’Italia nel 2022 ha venduto armi per quasi 9 milioni di euro, la media tra il 2013 e il 2022 è di circa 12 milioni l’anno per un totale di 120 milioni. Tra i 9,3 milioni di euro di armi acquistate da Israele nel 2022 ci sono, per esempio, armi o sistemi d’arma di calibro superiore a 12,7 millimetri, come i fucili, munizioni, bombe, siluri, razzi. Per fare un paragone con gli altri paesi “confinanti”: la vendita italiana al Qatar è stata per 260 milioni, all’Arabia per 123 agli Emirati per 121, al Kuwait 105, all’Egitto 72. Alla Turchia per 598,2 milioni di euro, agli Usa per 532,8 milioni alla Germania 407,2 milioni.

 


Ma l’Italia è legata a Israele anche per le armi da Israele acquistate. In base alle verifiche del sito di fact checking Pagella Politica, negli ultimi dieci anni l’Italia ha acquistato da Israele armamenti per circa 251 milioni di euro. Vendiamo per 120 milioni e acquistiamo per 251. Tutte queste contorsioni, per 131 milioni di differenza definiti dai trattati internazionali su 5,3 miliardi di euro del valore complessivo del volume d’affari. Poi, certo, Conte dovrebbe parlare delle centinania di razzi Qassam e droni suicida lanciati ogni giorno da Hamas, ma questa è un’altra storia... 

 

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