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Abruzzo, Marsilio e la stoccata alla sinistra: "Ma se non riescono a condividere un palco?"

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"Siamo alla demonizzazione dell’avversario, ad una macchina del fango sperando che tutto ciò possa spostare quei 20-30 mila voti che qualcuno pensa possano essere decisivi": il governatore uscente e candidato del centrodestra in Abruzzo, Marco Marsilio, lo ha detto in un'intervista al Tempo, riferendosi ai continui attacchi da parte della sinistra in vista delle regionali del 10 marzo. A tal proposito, ha assicurato di aver preso già dei provvedimenti: "Mi sono dovuto premurare di dare mandato ai miei legali di fare un altro po’ di querele in sede civile perché qualcuno, su quotidiani nazionali, inventa problemi giudiziari che non ho mai avuto. In vita mia non sono mai stato neanche indagato. Oppure c’è il racconto grottesco di un Presidente che sta sempre a casa sua a Roma e non vede mai l’Abruzzo". La macchina del fango, appunto. 

Parlando della decisione del candidato di centrosinistra Luciano D'Amico di non avere con sé Giuseppe Conte ed Elly Schlein sul palco per la chiusura della campagna elettorale, Marsilio ha spiegato che il racconto di un D’Amico che si è voluto smarcare “è sbagliato”. “Sono due mesi che Schlein, Conte e gli altri stanno a braccetto con il mio avversario, se lo coccolano, se lo portano al seguito - ha detto il governatore -. Il problema è che dall’altra parte non si sopportano tra loro e non possono dividere un palco insieme. L’unica cosa che li unisce è la sete di potere. Secondo lei, chi non riesce a condividere un palco può riuscire a formare una giunta e votare insieme le delibere?".

 

 

 

L'esponente di Fratelli d'Italia, poi, ha commentato anche il caso dossier: "Non saprei quanto possa incidere sulla campagna elettorale, ma è inquietante scoprire che gran parte dei ‘dossierati’ faccia parte della classe dirigente vecchia e nuova del centrodestra. Come se ci fosse qualche oscuro centro di potere che, preoccupato dal ricambio politico e per le scelte democratiche dei cittadini, andasse cercando chissà quali scheletri nell’armadio, chissà con quale recondito obiettivo. In ogni caso la magistratura farà il suo dovere”.

 

 

 

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