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L'ultimo sondaggio per le europee: FdI resta in testa, Lega e FI puntano al 10 per cento

Tommaso Montesano
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L’Italia, retaggio dell’antiberlusconismo militante, «nei quindici giorni precedenti» le consultazioni elettorali deve fare i conti con la tagliola anti-sondaggi.

Pertanto gli ultimi, come da calcoli di Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend, su X (l’ex Twitter), «saranno pubblicati domani». Cioè oggi (il tweet è di ieri). E proprio YouTrend, per accompagnare gli italiani verso le urne che saranno aperte l’8 e il 9 giugno (sabato e domenica), ha sfornato l’ultima “supermedia” frutto delle rilevazioni di nove istituti demoscopici. La “ponderazione” è stata effettuata ieri e mostra, rispetto alla media di una settimana fa, una crescita della coalizione di centrodestra, che oggi sul mercato elettorale “vale” complessivamente il 44,4% delle intenzioni di voto rispetto al 43,8% incassato alle Politiche del 2022. Un risultato significativo, visto che spesso nelle elezioni di “metà mandato”, come possono essere considerate queste Europee 2024, chi è al governo sconta una parziale disaffezione dell’elettorato.

Ma poiché alle elezioni europee ogni partito- pur nel rispetto dell’alleanza - corre per sé a causa della legge elettorale proporzionale, l’attenzione va indirizzata al peso delle singole liste. E qui Fratelli d’Italia - al contrario di quanto pubblicato da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera per conto di Ipsos, secondo cui la formazione della premier avrebbe lasciato per strada un paio di punti conferma i numeri di una settimana fa, attestandosi al 27,2%: oltre un punto in più rispetto alle Politiche del 2022. Numeri che permetterebbero al partito della premier di quadruplicare i propri europarlamentari.

 

 

IL CARROCCIO VA

A seguire, per restare al centrodestra, c’è la Lega con l’8,7% (+0,2% sulla rilevazione del 16 maggio) e poi l’alleanza Forza Italia-Noi Moderati, stabile all’8,5%. Proprio il piccolo balzo del Carroccio consente al partito di Matteo Salvini di sorpassare la “gamba centrista” della coalizione, che due settimane fa era davanti alla Lega.


Comunque «entrambe le forze di maggioranza», emerge dal report, «mostrano nel medio periodo una tendenza positiva che potrebbe portarle al 9%, se non anche oltre». Non a caso Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, alza più in alto l’asticella: «Possiamo arrivare a superare il 10%».


Quanto all’ex “campo largo”, l’ultima “supermedia” segnala il buon momento del Pd, che raggiunge il 21%, superiore al 19,1 incassato nel 2022. Una crescita certificata anche da Pagnoncelli, che accredita il partito di Elly Schlein del 22,5%: «Il risultato più alto dall’insediamento della segretaria». Sostanzialmente al palo il Movimento 5 Stelle, che resta sotto il 16% - è al 15,9% - come alle Politiche, quando strappò il 15,4%. Quanto all’ala sinistra, Alleanza Verdi Sinistra guadagna un altro 0,1% arrivando al 4,3%, appena sopra la soglia di sbarramento (fissata al 4%).

Interessante, a questo proposito, quanto emerge dalla rilevazione di Pagnoncelli, che rispetto al mese scorso assegna alla formazione del duo Bonelli-Fratoianni un incremento di quasi un punto percentuale (dal 3,7%, ovvero sotto la soglia, all’attuale 4,6%). Un rimbalzo che ha una spiegazione con un nome e un cognome: Ilaria Salis. Da quando Avs ha impostato la sua campagna elettorale puntando il faro sulla detenuta italiana in Ungheria, non a caso candidata, i numeri hanno inziato a sorridere.

Ma è troppo presto per cantare vittoria. «Il margine non è sufficiente da dare la certezza del superamento» della soglia. Anche perché la magistratura ungherese, accogliendo la richiesta degli arresti domiciliari per la donna, ha di fatto spuntato l’arma propagandistica di Avs.

 

Alleanza Verdi Sinistra non è la sola forza a dover fare i conti con la tagliola del 4%. Anche il “centro liberale” è in bilico.
Quello più in difficoltà, secondo tutti i sondaggi, è Carlo Calenda con la sua Azione, che la “supermedia” di YouTrend rileva appena sotto la soglia, al 3,9%. Due settimane fa, era al 4%. Una battaglia solitaria, osserva Pagnoncelli sul Corriere, «che sembra non pagare». Va appena meglio agli Stati Uniti d’Europa, l’alleanza formata da Italia Viva e +Europa, accreditata del 4,4%, ma in calo dello 0,2% rispetto alla settimana scorsa. Il rischio di restare, fuori, insomma, è alto.

Lontane dal 4%, invece, sono due liste “anti-sistema”: Pace Terra Dignità di Michele Santoro e Libertà dell’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca. La formazione del giornalista - nonostante le comparsate tv - naviga al 2,1%, appena sopra il “rassemblement” messo in piedi da De Luca. I loro consensi sono stabili rispetto alla settimana scorsa. E non è, per loro, una buona notizia a poco più di due settimane dal voto.

Da oggiscatta il silenzio (sui sondaggi). Avvertenza: i numeri pubblicati, come l’esperienza insegna, possono cambiare da qui al momento del voto. E poi c’è l’incognita affluenza, la variabile indipendente che condiziona ogni consultazione elettorale. Nel 2019 votò poco più di un elettore su due.

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