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Pontida, Salvini: "Una Lega santa che vuole fermare quest'invasione"

Fabio Rubini
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La Pontida 2024 che questa mattina avrà il suo pieno compimento a partire dalle 10, ruoterà attorno al concetto della difesa dei confini e della civiltà occidentale e a quello del raggiungimento dell’Autonomia differenziata. Il primo si può leggere anche come la battaglia contro l’immigrazione clandestina e contro quelli che la alimentano sognando una sorta di sostituzione etnica. Un concetto centrale fin dalle origini della Lega, che si materializza attorno a due date: il 7 ottobre 1571 e il 7 ottobre 2023.

La prima ricorda la battaglia di Lepanto, quando la federazione delle forze occidentali riuscì a sconfiggere la flotta ottomana che voleva islamizzare l’Europa. Un episodio storico da sempre nel Pantheon del Carroccio, come ricorda anche Aurora Lussana nel suo L’Umberto (Edizioni Piemme), quando rievoca la grande tela raffigurante proprio quella battaglia, che campeggiava nella sala Bruno Salvadori nel palazzo dei gruppi a Montecitorio, dove la Lega si riuniva. Ma più in generale il richiamo alle crociate e alla guerra santa dell’Occidente ha sempre animato le scenografie dei momenti storici del Carroccio pre e post Bossi. Anche ieri sotto il tendone che ospitava i giovani faceva bella mostra di sé un soldato con le insegne dei Templari. La seconda, più recente, ricorda il drammatico attacco dell’islam a Israele, unico baluardo della civiltà occidentale in Medioriente. Non a caso gli organizzatori hanno annunciato che «ci sarà un ricordo delle vittime provocate dall’attacco di Hamas a Israele».

Un richiamo, quello al 7 ottobre 1571, ripreso ieri anche da Matteo Salvini: «Poteva essere la fine dell’Occidente, ma alla fine vinse la voglia di libertà. Oggi ci sono ancora i fanatici dell’islam che sgozzano per le strade» e vanno fermati. Così come i fanatici di Hamas. Per questo «oggi a Pontida si riuniscono i rappresentanti di tanti popoli europei, in una Lega santa che vuole fermare questa invasione».

La questione della difesa dall’immigrazione clandestina, fa ovviamente il paio con quella della difesa dei confini e con la vicenda che vede Matteo Salvini imputato a Palermo, con una richiesta di condanna a 6 annidi carcere. Di fronte ai giovani torna a ripetere che «non mi pento di nulla» e promette che «se verrò assolto mi troverò con migliaia di persone a festeggiare; ma se mi condanneranno sarò lo stesso con migliaia di persone a festeggiare, perché non si può arrestare un popolo in cammino che lotta per la libertà». In giornata, con un post sui social, il segretario del Carroccio aveva ribadito il concetto: «Difendere i confini, controllare chi entra e chi esce nel nostro Paese, è come aprire la porta di casa vostra questa sera.

Non penso che casa vostra - scrive il vice premier - amici buonisti, amici comunisti, possa essere invasa da chiunque: entrano, escono, magnano, aprono il frigo, si fanno la doccia, guardano la tele, bevono due birre e poi se ne vanno lasciando casini. Non penso - prosegue provocatorio Salvini - che i compagni alla Salis e alla Boldrini siano soliti far entrare in casa loro chiunque passi». E ancora: «Difendere i confini è come difendere le case di tanti italiani. In centomila avete firmato online, in migliaia avete fatto anche la tessera e questo mi da forza: quando entrerò in tribunale sarò orgoglioso di aver fatto quello che ho fatto, a nome vostro, a nome del popolo italiano e di tanti stranieri per bene».

L’altro tema portante del raduno è l’Autonomia che per Attilio Fontana «Farà cambiare passo al Paese». Il segretario, invece, ricorda il risultato ottenuto «dopo 30 annidi battaglie per le quali dobbiamo ringraziare Umberto Bossi e Roberto Maroni. Il processo per attuarla è iniziato l’altro giorno a Roma e non ci fermeremo», assicura Salvini, che prprio su Bossi dice: «Lo sentirò più tardi, sarebbe fantastico se venisse a Pontida».

La giornata sul pratone partirà alle dieci per concludersi attorno alle 13.30 con il comizio di Matteo Salvini. Prima sul palco si alterneranno i governatori leghisti, i ministri, i capigruppo di Camera e Senato, il capodelegazione al parlamento europeo, il responsabile dei giovani e per la prima volta ci sarà anche Roberto Vannacci. Poi sarà la volta delle delegazioni stranieri. Dall’ospite d’onore, il premier ungherese Viktor Orban, a Ondrej Knotek, capo delegazione Ue di Ano (Repubblica Ceca); Marlene Swazek, vicepresidente di Fpo (Austria); José Antonio Fùster portavoce di Vox (Spagna); André Ventura, leader di Chega (Portogallo); Geert Wilders, leader del Pvv (Olanda). Sul prato sono attese circa 10mila persone, per una giornata simile a quella del 2019.

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