Un conto è finanziare con i soldi dei contribuenti dei cani, nel senso di artisti di scarso talento che fanno film trascurabili e che vedono in pochi. Altro è sovvenzionare truffatori e finanche assassini. Bisognerà aspettare il 14 luglio per avere tutto chiaro. Già oggi però si può affermare che la vicenda pubblicata dalla testata giornalistica on-line Open, a firma del direttore Franco Bechis, è la prova che la legge sul tax credit introdotta nel 2017 dall’allora ministro dem della Cultura, Dario Franceschini, si prestava a ogni genere di mascalzonata. Bene ha fatto quindi il governo a fare un decreto per porre fine alla mangiatoia, documentata da un’inchiesta di Libero un paio di settimane fa. E pretestuose e ideologiche erano le proteste dei vip progressisti, il rosso Elio Germano in testa, che hanno accusato la maggioranza di voler censurare il dissenso tagliando i fondi all’arte.
Francis Kaufmann è l’uomo attualmente in carcere in Grecia perché sospettato di aver ucciso nel parco romano di Villa Doria Pamphili la figlia di un anno e la madre della piccola. Nel 2020 costui, che non ha mai fatto il regista né l’attore, dopo aver registrato a Malta una società chiamata Tintagel Films, ha presentato, attraverso la casa di produzione italiana Coevolution, il progetto di un film, “Stelle della Notte”, corredato di un fantomatico girato. Domanda formalmente a regola d’arte, tant’è che la casa di produzione è andata in banca a farsi anticipare 863.595,90 euro di rimborsi fiscali per un’opera che in realtà non è mai stata fatta e per spese al momento ancora da verificare. Il tutto autorizzato dal decreto numero 2.872 del 27 novembre 2020, che porta la firma di Nicola Borrelli, ai tempi direttore generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, guidato dal dem Franceschini.
Lucia Borgonzoni: "Non tutti i film meritano i soldi dei contribuenti"
«L’obiettivo non è tagliare i finanziamenti al cinema ma non buttare via i soldi dei cittadini. Non &...«Chiederemo indietro tutti i soldi non dovuti», irrompe il sottosegretario alla Cultura con delega al Cinema, Lucia Borgonzoni, della Lega. «Quando abbiamo messo riformato il tax credit», continua, «tutti ci hanno dato contro. Ora si capisce che avevamo ragione noi. E dirò di più: se le nuove norme non saranno sufficienti a fermare il sottobosco malavitoso del cinema, ne faremo di ulteriori, ancora più stringenti». Non sono frasi dettate dall’indignazione. Il governo si sta già muovendo. Sono stati attivati accertamenti su 185 opere, per un totale di 347 milioni di finanziamento, e 122 di esse sono state segnalate alla Guardia di Finanza per ulteriori controlli su voci che non tornano. «Grazie alle regole volute dal ministro Alessandro Giuli e da me», prosegue Borgonzoni, «abbiamo aperto alla possibilità di controlli di congruità, per cui non si potranno più mettere in lista lampadine costate mille euro, e presentare tutte le fatture, con i nomi di tutti coloro che lavorano nei service».
Se le irregolarità saranno confermate, il governo chiederà indietro il non dovuto; e così farà per le case di produzione che non presenteranno i documenti richiesti entro il 14 luglio. Sembrano banalità, regole di buonsenso, ma fino alla nuova legge, tanto contestata dalla sinistra, fatture e commesse a cascata e voci fuori lista, non certificate, per i cachet delle star erano la prassi. Nessuno controllava e le frodi erano all’ordine del giorno, come dimostra il fatto che il detenuto in attesa di estradizione per omicidio Francis Kaufmann, nella richiesta di fondi per il suo “Stelle di Notte”, aveva presentato un passaporto falso su cui nessuno, neppure la banca, aveva avuto alcunché da obiettare. «Film d’essai. Opera di espressione originale italiana. Costo complessivo di produzione: due milioni 790mila euro», è scritto nella scheda del film con il nome falso del regista, Rexal Ford.
L’unica voce vera, e in un certo senso rivelatrice, la tipologia del film: “finzione”. Kaufmann-Ford aveva anche dichiarato di aver fatto fare la colonna sonora al musicista palermitano Nicola Mogavero, artista di livello internazionale. Peccato che l’interessato non ne sapesse nulla e oggi dichiara di «non aver mai lavorato con produttori cinematografici». Tante cose dovrà chiarire la Coevolution, diretta da Marco Perotti, nella sua informativa attesa per il 14 del prossimo mese. Una società che ha visto un’esplosione del fatturato da 400mila euro a sette milioni in un solo anno, nel 2023, e che nel 2024 si è comunque attestata intorno ai due milioni.
Cinema, il governo tira dritto: si smonta la rivolta
“M’hanno rimasto solo, ‘sti quattro cornuti”. La grande ambizione di Elio Germano potrebbe esser...L’azienda, dal 2019, ha ricevuto dallo Stato, tra accrediti e contributi, quattro milioni per dodici opere, tutte al momento al vaglio della Finanza. Fiore all’occhiello di Perotti è “Anna”, il film scritto e interpretato da Monica Guerritore su Anna Magnani, che ha iniziato le riprese a Roma lo scorso aprile e si cimenta per la prima volta nelle vesti anche di regista. Sembrerebbe che l’uomo ci lavori come persona fisica e non figurando come quota societaria. Sarà un capolavoro? Di certo racconta gli anni d’oro del cinema italiano, quando i produttori non avevano bisogno di tax credit e finanziamenti dei contribuenti per sfornare opere immortali e i ricchi cachet agli attori li pagava sempre il pubblico, ma andando al cinema e non versando le tasse.