Bocciato in commissione Affari Costituzionali in Senato l'emendamento della Lega sul Terzo mandato per i governatori. Tutto previsto, dopo quanto emerso nei giorni scorsi con i distinguo di Forza Italia e Fratelli d'Italia rispetto al Carroccio, ma il caso politico inevitabilmente tiene banco visto che lo stop modifica per forza di cose anche le scelte delle candidature in vista dei prossimi appuntamenti elettorali (Campania e Veneto in testa) tanto a destra quanto a sinistra.
La proposta ha ottenuto solo 5 voti a favore: tre della Lega, uno di Italia Viva e quello delle Autonomie. I voti contrari sono stati 15. Si sono astenuti il presidente della commissione Alberto Balboni (Fdi) e il senatore di Fdi, Domenico Matera.
Per Roberto Calderoli, ministro leghista per l'Autonomia, "la posizione della Lega è evidente" ed esprime "amarezza per l'ennesima bocciatura". "Peccato, occasione persa. Dispiace per i cittadini che non potranno confermare sindaci e presidenti di Regione molto validi", gli fa eco in una nota il deputato Alberto Stefani, vicesegretario della Lega e segretario della Liga Veneta. "Mi sono astenuto per riguardo del mio vice presidente, senatore Tosato, perché ha argomentato in modo molto equilibrato, non ideologico, senza barriere che questa proposta non era certamente contro la coalizione, che era legittimo avere opinioni diverse nella coalizione e quindi, pur essendo io convinto che due mandati siano più che sufficienti, ho ritenuto come presidente di astenermi", ha spiegato invece il presidente di Commissione Balboni, meloniano. "Non sono questioni di carattere ideologico, ma di opportunità. D'altronde, se consideriamo che abbiamo messo in Costituzione il limite dei due mandati per il premier, che permane" il limite per "i sindaci dei Comuni al di sopra dei 15mila abitanti, o si fa una rivisitazione complessiva di tutte di tutte le cariche monocratiche elette direttamente e si stabilisce un mandato uniforme per tutti oppure procedere a pezzi non non era il caso. Rimango dell'opinione che la commissione abbia fatto bene a repringere questo emendamento".
Festeggiano invece dai banchi dell'opposizione. "Quello che abbiamo sostenuto ieri oggi è stato confermato con il voto sull'emendamento che riproponeva il Terzo mandato per le cariche monocratiche: la maggioranza è divisa e i dispetti tra i partiti della destra continuano - commenta con i giornalisti a Palazzo Madama Francesco Boccia, il presidente dei senatori del Pd -. Oggi FdI e Fi hanno lasciato che la Lega andasse a sbattere contro il voto contrario della maggioranza della commissione Affari costituzionali. L'ipotesi del Terzo mandato è definitivamente affossata ma le tensioni dentro la compagine di governo continuano: siamo di fronte a un Suk in cui si barattano promesse e ipotesi di riforme che dopo quasi tre anni però restano al palo: vale per l'Autonomia differenziata, vale per il Premierato, vale per la separazione delle carriere dei magistrati che stiamo discutendo in Senato ma che non è prevista nel calendario della Camera delle prossime settimane. E intanto il Paese affonda e il Parlamento viene umiliato dalla decretazione d'urgenza e dai voti di fiducia che sono l'unico modo di questa maggioranza per andare avanti".