"I partiti sono stati trasformati in movimenti comandati da leader che parlano per slogan": duro il giudizio di Luigi Zanda, uno dei fondatori del Pd, a proposito della situazione politica attuale, anche e soprattutto a sinistra. Lo ha detto in un'intervista al Corriere della Sera. "A destra l'unica leader è Giorgia Meloni, che però non riesce a fare la presidente del Consiglio per tutto il Paese e lo fa solo per la sua parte", ha spiegato. Aggiungendo poi che "all'opposizione Schlein e Conte non hanno né la forza politica, né il credito o il carisma per poter aspirare alla leadership del centrosinistra".
Secondo Zanda. "le coalizioni tra partiti e partitini possono funzionare soltanto se c'è un partito forte attorno al quale gli altri possano ritrovarsi. Ma per ottenere questo obiettivo bisogna rinforzare e allargare il Pd mentre mi sembra che Schlein non si occupi molto del partito, anzi mi sembra che sia infastidita dal centro del suo partito". Ecco perché, a suo dire, il Pd resta "inchiodato a quel 21, 22 per cento che gli danno i sondaggi".
Sulla segretaria dem, in particolare, ha detto: "Rispetto Schlein ma la verità va detta: lei non era iscritta al Pd e per statuto non era candidabile, Enrico Letta ha modificato le regole ad personam alla vigilia delle primarie e lei ha perso tra gli iscritti ed è stata eletta dai non iscritti. Vista la genesi della sua segreteria, c'era da aspettarsi una gestione unitaria del partito, non di maggioranza. È questo il freno a mano che non apre il dibattito all'interno del Pd".