Se i tifosi dell'Oms se la prendono col governo

L’Oms partorisce un nuovo regolamento in caso di emergenze sanitarie, il governo Meloni si oppone alla cessione di «sovranità sanitaria»
di Antonio Castrolunedì 21 luglio 2025
Se i tifosi dell'Oms se la prendono col governo
2' di lettura

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) partorisce un nuovo regolamento in caso di emergenze sanitarie, il governo Meloni si oppone alla cessione di «sovranità sanitaria», visto che le norme scritte dopo una infinita trattativa “scippano” ai singoli Stati «prerogative, competenze e scelte nazionali» in materia. E tutto questo dopo una gestione discutibile della pandemia del Covid. Partito democratico, Movimento 5 stelle e Avs, pur di attaccare l’esecutivo Meloni, insorgono. Solo due giorni fa il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aveva indirizzata al direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, una missiva contro le scelte dell’Oms che porta avanti la “Risoluzione WHA77.17”.

Le opposizioni si schierano contro la scelta del governo con la quale l’Italia ha annunciato «il rigetto degli emendamenti previsti con la risoluzione adottata dall’Oms nel 2024». Una decisione vincolante, se sottoscritta, «che prevede un rafforzamento del ruolo dell’Organizzazione mondiale della sanità nella preparazione e risposta alle emergenze di sanità pubblica, come le pandemie, attraverso modifiche mirate al Regolamento sanitario internazionale del 2005». L’adozione della risoluzione dell’Oms include, infatti, «molti obblighi e altrettanti rinunce di scelta, in caso di emergenze dichiarate dall’Oms anche contro il parere degli Stati». In sostanza l’Italia si sarebbe trovata con le mani legate nell’adozione di alcuni «brevetti, certificati digitali, contributi finanziari e controllo economico, fino a vaghe norme sulla disinformazione».

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Il rifiuto di accettare senza appello gli emendamenti approvati dall’agenzia delle Nazioni Unite è stato tradotto dalle opposizioni come la rinuncia italiana all’ombrello sanitario dell’Oms in caso di pandemie. Ma la scelta italiana, così come quella degli Stati Uniti, non lascia il nostro Paese “scoperto”. Né in caso di pandemia e neppure dal punto di vista «normativo» come cercano di far passare le opposizioni. Resterà comunque in vigore l’attuale Regolamento sanitario internazionale anche dopo il 19 settembre 2025, giorno in cui entreranno in vigore gli emendamenti tanto contestati. Al momento Italia e Stati Uniti sono gli unici due Paesi ad aver bocciato apertamente la rotta intrapresa.

Altri 11 Paesi si sono già astenuti (tra i quali Israele, Polonia, Slovacchia, Iran e Russia) nel corso del voto in Commissione, mentre 124 Paesi si sono espressi a favore. Ma non hanno ancora formalizzato l’impegno. Una volta ratificato il nuovo regolamento da almeno 60 Paesi l’accordo entrerà ufficialmente in vigore. Resta da vedere se nei prossimi mesi altri Paesi si accorgeranno degli obblighi. E quindi se si schiereranno contro la scelta dell’Organizzazione. Per i funzionari statunitensi le nuove regole conferiscono all’Oms un «potere eccessivo nel definire le risposte globali». Con una rinuncia impensabile «all’autonomia e all’indipendenza». E una evidente «violazione della sovranità statunitense». Tra i primi atti esecutivi firmati da Trump c’è proprio la decisione di «uscire» dall’Organizzazione, il richiamo del personale e il taglio del capitolo federale di spesa. La rinuncia americana lo sarà soltanto nel gennaio 2026, 12 mesi dopo la ratifica ufficiale.

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