Veneto, Meloni apre alla Lega ma chiude alla lista Zaia: ancora nessun accordo

di Elisa Calessimartedì 22 luglio 2025
Veneto, Meloni apre alla Lega ma chiude alla lista Zaia: ancora nessun accordo
3' di lettura

Sì a un leghista in Veneto, no alla lista Zaia. Quando ancora il vertice dei leader del centrodestra era in corso, filtravano queste due novità come condiziono poste dalla premier. I leader del centrodestra, infatti, si sono visti ieri sera per definire il quadro delle elezioni regionali. La location, però, non è stata Palazzo Chigi, ma (pare) la casa della premier. Proprio per avere più riservatezza. Seduti al desco meloniano, c’erano Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. La soluzione del puzzle, però, non è ancora arrivata. Anche se alcuni punti sono stati chiariti, dopo il nulla di fatto dell’incontro della scorsa settimana. «Dobbiamo lavorare per vincere le elezioni, per avere i migliori candidati possibile», spiegava Tajani nel tardo pomeriggio, entrando a Palazzo Chigi, e confermando che, sì, «si parlerà di nomi». E sempre il ministro degli Esteri ha assicurato che da parte di Fi «c’è massima disponibilità».

Il tassello da cui dipende la soluzione di tutto il puzzle è il Veneto. Salvini insiste per tenerlo in mano al Carroccio, dopo lo stop al terzo mandato per Luca Zaia. Il nome su cui punta la Lega è quello del vicesegretario Alberto Stefani, che è anche il capo della Liga Veneta. «Un ragazzo fantastico, che credo possa dare risposte molto buone anche per il dopo Zaia perché può continuare nel solco di un grande presidente», diceva ancora ieri il braccio destro di Salvini, Claudio Durigon.

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Ma resta aperto il nodo di Zaia. Poco prima del vertice il governatore del Veneto ha ribadito che una lista a suo nome non sarebbe una novità e «rappresenta un’ampia porzione di elettorato che spesso non vota centrodestra». Ma la premier, ieri sera, avrebbe messo in chiaro che non intende accettare né una lista Zaia, né un riferimento a lui nel simbolo della Lega. Piuttosto, sarebbe disposta a valutare un nome di compromesso con la Lega o persino un nome della Lega, anche se Fratelli d’Italia rivendica di avere tre volte i voti del Carroccio. Le carte messe sul tavolo dal partito della premier sono i senatori Raffaele Speranzon e Luca De Carlo, mentre Forza Italia chiedeva di convergere sul suo Luca Tosi. Ma alla fine non è escluso che Meloni accetti Stefani, a patto che l’accordo con la Lega contempli l’intero quadro. Alla fine del vertice, è stata diffusa una nota congiunta. «Nel corso dell’incontro» si legge, «si è iniziato a ragionare in modo costruttivo sui candidati alle prossime elezioni regionali, con l’obiettivo condiviso di individuare figure autorevoli e vincenti, capaci di rappresentare al meglio i territori e le istanze dei cittadini. Il centrodestra si conferma compatto e determinato a proseguire il lavoro comune. I leader torneranno a incontrarsi la prossima settimana per proseguire il confronto».

Prima del vertice, il leghista Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, ha incontrato Meloni a Palazzo Chigi in veste di presidente della Conferenza delle Regioni. Ragione del colloquio, i problemi legati all’approvazione dei bilanci, concomitante con il voto in autunno. In ogni caso, ha confermato Fedriga, è escluso lo slittamento delle elezioni. «Un rinvio delle elezioni? Non c’è l’unanimità delle regioni che vanno al voto, quindi non vedo un percorso fattibile in questo momento, e ormai siamo a ridosso».

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La prima regione ad andare al voto sarà le Marche, il 28 e 29 settembre, come ha deciso la giunta guidata da Francesco Acquaroli che si ripresenterà per un secondo mandato, sfidato da Matteo Ricci, europarlamentare del Pd. Per il resto, tutto è da decidere. Dal Veneto dipende tutto il resto. Sciolto quel nodo, si sistemeranno anche le altre tessere. A cominciare dalla Campania, dove accanto al nome di Edmondo Cirielli, di Fdi, avanza quello di Giosy Romano, coordinatore unico della Zona Economica Speciale del Mezzogiorno. Poi c’è la Puglia, dove si dovrebbe candidare l’azzurro Mauro D’Attis. In Toscana a sfidare il governatore uscente, Eugenio Giani, dovrebbe essere il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (Fdi).

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