Pd, altro scandalo nelle Marche: la barca per la campagna? Paghiamo noi

di Pietro Senaldimartedì 5 agosto 2025
Pd, altro scandalo nelle Marche: la barca per la campagna? Paghiamo noi
3' di lettura

Chissà se anche questa straordinaria coincidenza sarà liquidata da Matteo Ricci con quel «non mi sono mai occupato di queste cose», la frase autogol con la quale si è giustificato davanti ai magistrati delle presunte malefatte dei suoi collaboratori negli affidi senza gara d’appalto assegnati dal Comune di Pesaro...

La coincidenza è che la Pelikan, la nave ecosostenibile a bordo della quale il candidato del campo largo alla presidenza della Marche sta compiendo il suo tour elettorale, è finanziata dalla Regione. Un po’ come se il pullman con il quale Romano Prodi ha girato l’Italia nella campagna elettorale del 2006 fosse stato messo in nota spese a Palazzo Chigi. Non serve neppure indagare se sia lecito o meno, è comunque alquanto sconveniente. Eppure è così...

La Pelikan Clean River è un’imbarcazione per la raccolta della plastica in mare; nulla di tecnologico, tantomeno di avveniristico: poco più di un pattino amotore dotato diun grande cestino dove riporre le schifezze pescate nell’Adriatico. L’iniziativa però è, sulla carta, meritevole e pertanto la Garbage srl, società di Ancona, ha partecipato a un bando e ottenuto dalla Regione, nel 2024, 152mila euro di finanziamento per navigare spazzando il mare; 48mila euro già liquidati.

Anima di questa operazione è Gianluca Carrabs, urbinate di origini salernitane, uno degli ormai famigerati Ricci-boys, quei personaggi in cerca d’autore dei quali l’ex sindaco di Pesaro spesso si serve per le sue iniziative propagandistiche. Gente come Massimiliano Santini, il fiduciario per i grandi eventi che ha inguaiato il candidato governatore e ora è con lui indagato per concorso in corruzione, oltre a peculato, falso e turbativa, accuse che però non riguardano l’esponente dem.

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ZAMPINO VERDE
Carrabs, fratello dell’ex capo di gabinetto del fu ministro verde per l’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, anch’egli campano, è estraneo all’inchiesta di Pesaro. Pure lui, attualmente candidato al Consiglio Regionale nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra, che sostiene Matteo, ha avuto trascorsi giudiziari non belli: una denuncia per corruzione elettorale nel 2024, poi archiviata perché ritenuta uno scherzo. Esperto di economia dell’ambiente, è lui ad essersi inventato l’affare dei battelli anti-inquinamento, in tutto poco meno di 400mila euro, raccogliendo fondi dalla Regione e da associazioni ambientaliste.

Conviene ripeterlo: non c’è nulla di illegale nel comportamento di Ricci; solo qualcuno può trovare antipatico che la barca a bordo della quale si muove per le spiagge della Regione sia finanziata in parte dall’Ente che ambisce a governare. Ancora più spiacevole se si considera che il candidato del campo largo è attualmente indagato dalla magistratura perché accusato di essersi comprato il consenso elettorale con soldi pubblici usati indebitamente - direttamente o indirettamente, scrivono i pm- e sulla cui destinazione non avrebbe vigilato venendo meno ai propri doveri di amministratore pubblico.

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ALTRI SOLDI CHE VANNO
Ma le curiosità non finiscono qui. La domanda del giorno è se l’ultima uscita elettorale dell’ex sindaco, quella se eletto, di far riconoscere come prima mossa lo Stato di Palestina dalla Regione Marche sia farina del suo sacco o gli sia stata imbeccata. E sul banco degli imputati, mediatici e non giudiziari, sale l’agenzia di comunicazione del candidato, la Lievito Consulting. È la medesima che ogni mese prende seimila euro dai gruppi parlamentari dem.

Fanno notare a Pesaro che è anche la stessa alla quale la Fondazione Culturale Peschiera, molto attiva negli affidi ai tempi di Ricci sindaco, ha pagato due fatture: 16mila euro nel 2023 e 36mila nel marzo 2024, più o meno in concomitanza con la candidatura dell’allora primo cittadino all’Europarlamento di Bruxelles. Ma che bisogno aveva il Comune, che tra consulenti agli eventi, social media manager ed esperti vari poteva già contare su uno staff degno di una metropoli, di affidarsi anche alla Lievito? Con questo non si vuole insinuare nulla, anche se i maligni sottolineano la vicinanza temporale tra la campagna per le Europee e l’ultima fattura pagata dalla città di Pesaro.

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