Avs sigla l'alleanza con gli islamo-marxisti

Guardiamo al centrosinistra, guardiamo alla politica estera. Ognuno per la propria direzione. Cinque partiti per cinque destini. Quello che ci interessa analizzare oggi è un passaggio passato sottotraccia e che arriva direttamente da Londra
di Lorenzo Cafarchiolunedì 11 agosto 2025
Avs sigla l'alleanza con gli islamo-marxisti

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Guardiamo al centrosinistra, guardiamo alla politica estera. Ognuno per la propria direzione. Cinque partiti per cinque destini. Quello che ci interessa analizzare oggi è un passaggio passato sottotraccia e che arriva direttamente da Londra. In un post social, datato 27 luglio, il co-portavoce di Europa Verde, perno di Alternativa verdi sinistra, Angelo Bonelli si è fatto ritrarre nella City attorniato dall’antifascismo à la page europeo e mondiale. «Oggi a Londra ho partecipato», scrive, «alla nascita della Global Alliance for Palestine con tante organizzazioni, speakers internazionali come Jeremy Corbyn, Mustafa Barghouti, Yanis Varoufakis, Gerry Adams e molte delegazioni». In chiusura un attacco a Meloni sulla posizione del governo inerente al conflitto israelo-palestinese.


Ora però quello che ci interessa, andando a curiosare tra le file di questo sodalizio, è il redivivo Jeremy Corbyn. Il 76enne inglese espulso dal Partito Laburista britannico - di cui è stato leader dal 2015 al 2020 - per le sue posizioni decisamente pro-Pal e fermamente anti-Israele ha deciso di creare un nuovo partito assieme alla deputata campionessa dei social - mezzo milioni di seguaci sia su Instagram che su Tik Tok la 31enne Zarah Sultana anch’essa epurata dai laburisti. Tanto sulla cresta dell’onda che anche Vogue le ha dedicato spazio e inchiostro. La linea guida? Due capisaldi: il marxismo, immarcescibile, e l’islamismo. Un addensato anti-Europa, una recisione delle radici e una trasfigurazione dell’identità chiaramente in pericolo a queste latitudini. Ma da difendere in Medio Oriente. È sempre così con gli antifascisti. Le battaglie e le rappresentazioni altrui sono sempre più autentiche di quelle che ci circondano. Sultana, del resto, è la stessa che ha appoggiato il movimento Palestine Action, recentemente inserito nel novero dei gruppi terroristici dal governo UK, che si è macchiato di atti vandalici contro una base della Royal Air Force. Peraltro, secondo i primi sondaggi, sembrano avere anche già sul piatto una prospettiva elettorale che ruota attorno al 10%. Il piano?


Quello di inseguire Nigel Farage nel dibattito politico. Perché se sei anti, devi avere sempre una nemesi in cui specchiarti per proporti agli elettori. Non si scappa, cambia poco se sei a Londra o a Roma.
Uno dei pochi, almeno da queste parti, che sembra essersi reso conto del pericoloso viatico sull’asse Bonelli-Corbyn è il sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Sui suoi profili social ha lanciato la foto del summit inglese, dello scorso 27 luglio, scrivendo: «La democrazia non sempre aiuta il futuro. Prepariamoci». Riflettendo sulle ricadute nostrane di questo gemellaggio il fondatore dell’Università “Niccolò Cusano” si chiede «cosa ne dice la Schlein? Cosa ne dicono i cosiddetti moderati di sinistra Renzi e Calenda?». Le bocche restano cucite, inesorabilmente. «È incredibile come tutto ciò sia avvenuto nel silenzio più assoluto e che nessuno, del cosiddetto campo largo, abbia sentito la necessità di prendere le distanza da Avs e da questa pericolosa alleanza, mettendo la testa sotto la sabbia», afferma infine.
In conclusione la predisposizione di questa sinistra, più che progressista dovremmo definirla fatalista, l’ha tracciata recentemente il francese, che in questa unione non centra niente, Jean-Luc Mélenchon. Il tribuno della plebe si augura che gli «immigrati sposino le nostre figlie» e che la lingua francese «cambi nome». Ecco il succo, tema su cui ha posto l’accento anche Bandecchi, di quello che è un tormento per l’anima e per il domani d’Europa.