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Flotilla, sinistra in frantumi: Pd-M5s-Avs, cosa sta succedendo

di Elisa Calessisabato 27 settembre 2025
Flotilla, sinistra in frantumi: Pd-M5s-Avs, cosa sta succedendo

(LaPresse)

3' di lettura

La vicenda della Flotilla sta creando un travaglio non solo nel Pd, ma anche negli altri partiti del centrosinistra e tra loro. E, paradossalmente, l’appello del presidente della Repubblica agli attivisti della perché accettino la mediazione del Patriarcato di Gerusalemme e dunque non forzino il blocco navale di Israele, esponendo le proprie vite, se da una parte ha «rimesso la chiesa al centro del villaggio», come ha detto sorprendentemente Giuseppe Conte, e come, prima, hanno ripetuto decine di esponenti del Pd, invitando chi è a bordo della Global Sumud Flotilla ad ascoltare Mattarella, ha reso ancora più drammatica la situazione. È un film, del resto, che a sinistra ha già visto: ogni volta che nascono dei movimenti forti e cerchi di farne parte perché ne condividi le ragioni e ne vedi la potenza, poi ti trovi su un treno che non guidi.

Così sta accadendo ora. La regia dell’operazione, si ripete al Nazareno, non è nelle mani del Pd. «I nostri», si dice, «sono lì nel tentativo di far accettare la mediazione offerta dal Patriarcato di Gerusalemme, sono partiti per dare una scorta democratica, ma non sono la Global Flotilla». Ed ora, si dice, stanno cercando di «facilitare la mediazione», di far accettare una soluzione che, accusano nel Pd, era a un passo «fino a quando Giorgia Meloni l’ha fatto saltare, mettendoci il cappello». Lo stesso Conte, parlando del suo parlamentare a bordo, Marco Croatti, ha specificato che «non partecipa nemmeno ai vertici dove decidono cosa fare» e ha invitato gli attivisti a un «supplemento di riflessione» rispetto alle parole di Mattarella.

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Oltretutto le idee, a bordo, sono tante e diverse. E scendere, se non scendono tutti, diventa impossibile. Non solo. Anche nella delegazione italiana, e perfino nel sottoinsieme formato dai parlamentari italiani del centrosinistra, le idee su come procedere sono diverse. Sei parlamentari del Pd sono più in linea con Mattarella, quelli di Avs e del M5S sono più inclini a seguire una linea dura. E in ogni caso nessuno, nemmeno Elly Schlein o Conte, si sognano di dire a chicchessia: scendete. A sera, in ogni caso, la situazione, secondo fonti dem, era questa: il negoziato con Pizzaballa è ancora in corso. Anche se, a sentire i capi della Flotilla, sarebbe già naufragato da un pezzo e la decisione è di andare diritti verso Gaza. Per capire cosa sia successo occorre ricostruire la genesi della trattativa che ha per fulcro il Patriarcato di Gerusalemme, ossia il Cardinale Pizzaballa, che con l’aiuto della Cei si è reso disponibile a ritirare gli aiuti umanitari a Cipro e portarli a Gaza.

Questa soluzione sarebbe nata dalle parti del Pd. Ovviamente poi il dialogo è proseguito col governo. Il problema, dicono nel Pd, è che doveva rimanere come una mediazione della Chiesa, non del governo. Dal momento in cui Meloni ne ha parlato, tutto è saltato. Per sbloccare l’impasse è intervenuto Mattarella. A ruota sono intervenuti decine di esponenti del Pd, invitando chi si trova sulla Flotilla a seguire l’invito del presidente della Repubblica. Da Graziano Delrio a Lorenzo Guerini, che da ex ministro della Difesa, sa che bene che cosa si sta rischiando. Da Filippo Sensi (che ha commentato con eloquente: «Meno male che Mattarella c’è») a Pina Picierno. A certificare la posizione del Pd è stato Peppe Provenzano, responsabile Esteri, definendo quelle di Mattarella parole «importantissime», perché «riconoscono l’alto valore della missione e, ancora una volta, rinnovano la condanna per le disumane sofferenze che subisce la popolazione di Gaza».

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E ha condiviso l’appello a «raccogliere la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme a una mediazione che consenta di conseguire il primario obiettivo umanitario della missione». Subito dopo hanno parlato anche Arturo Scotto e Annalisa Corrado, i due dem a bordo della Flotilla: «Con le sue parole Mattarella riconosce il valore umanitario della Flottilla e, con una narrazione totalmente diversa da quella del governo, rinnova il suo sconcerto per le atroci sofferenze a cui è sottoposta la popolazione di Gaza, invitando gli attivisti a valutare seriamente la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme». Diversi i toni di Benedetta Scuderi (Avs), anche lei a bordo della Flotilla, che, in collegamento con La7, aveva messo in chiaro che «da parte dei parlamentari non c’è al momento intenzione di scendere». «Spetta ai componenti della Flotilla fare la giusta valutazione», ha detto Angelo Bonelli. La verità è che si sta prendendo tempo. Nella speranza di convincere i più intransigenti a una mediazione.