L'immunità di Ilaria Salis, eurodeputata eletta con Avs ed ex attivista, è ancora in bilico all'interno della Ue. Se il Parlamento europeo dovesse rifiutare in via definitiva la richiesta dell'Ungheria di sospendere la sua immunità, allora il processo a suo carico sarebbe annullato. Per lei però, che è accusata di aver partecipato al pestaggio di estremisti di destra ungheresi a Budapest, i problemi con la giustizia ungherese potrebbero comunque non essere finiti.
"In relazione alla dichiarazione del giudice del tribunale di Budapest sull'annullamento del processo a carico della signora Salis in caso di conferma dell'immunità, si precisa che ovviamente la conferma dell'immunità determinerebbe l'impossibilità di continuare il processo attualmente in corso. Il processo dunque procederebbe solo nei confronti degli altri coimputati tedeschi. La posizione della signora Salis verrebbe stralciata. Ma ciò non significa affatto che il tribunale ungherese non potrà più procedere nei suoi confronti", hanno spiegato Eugenio Losco e Mauro Straini, legali italiani della Salis.
Gli avvocati hanno sottolineato che un domani "venuta meno l'immunità, la procura potrà emettere una nuova citazione a giudizio per ricominciare il processo". Intanto, il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha fatto sapere che "voteremo contro l'immunità per la Salis perché i reati di cui è accusata sono stati commessi quando non era ancora parlamentare". E ancora: "L'immunità parlamentare serve a garantire libertà di espressione, libertà di azione ai parlamentari, non per vicende che riguardano l'attività delle persone quando non erano ancora parlamentari. Quindi non è giuridicamente fondata la richiesta della conservazione dell'immunità. Noi siamo garantisti, quindi finché uno non è condannato non è colpevole, però non possiamo dare un salvacondotto alla Salis, come non lo daremo a nessun altro in questo caso".