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Pasquale Tridico in Calabria: una gaffe dopo l'altra

Emigrato in Germania da ragazzino, poi trapiantato a Roma per studio e per lavoro. Passi, fin qui ammirevole biografia. I guai arrivano però quando si parla di politica
di Claudio Brigliadorimercoledì 1 ottobre 2025
Pasquale Tridico in Calabria: una gaffe dopo l'altra

(LaPresse)

3' di lettura

Se dovete paracadutare un candidato, perlomeno paracadutatelo bene. Giuseppe Conte ha scelto Pasquale Tridico per la difficile sfida delle regionali in Calabria. Nome di richiamo nazionale, non c’è che dire. E pure calabrese di nascita. Bingo! Peccato che di Calabria l’ex presidente dell’Inps sappia poco o nulla. Emigrato in Germania da ragazzino, poi trapiantato a Roma per studio e per lavoro. Passi, fin qui la biografia è ammirevole. I guai arrivano però quando si parla di politica. Perché dalle province in giù (è rimasto alle tre degli anni Novanta, ma sono cinque) lo sfidante grillino del governatore uscente Occhiuto da settimane sta macinando gaffe su gaffe.

«Signore e signori... CettoTridico colpisce ancora!», scrivono sui social. Ormai è un tormentone, quasi un genere politico/letterario a sé: gli strafalcioni di Pasquale. Il papà del reddito di cittadinanza (avranno mica puntato su di lui per questo?) ha inanellato una “perla” dopo l’altra all’interno di una campagna elettorale dal sapore tragicomico. Roba da record del mondo della politica.

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L’ultimo in ordine di tempo è ancora una volta geografico. Ricordate “Bagnaro Calabro” (al posto di Bagnara Calabra)? O la scena muta nel confronto con Occhiuto sulla Grotta del Romito («Lo sai dove? A Papasidero, non lo sai», lo aveva stroncato il presidente forzista)? Bene, eccone un’altra. Può sembrare un dettaglio di poco conto, ma fa emergere, come molti fanno notare su X e su Facebook, la scarsa conoscenza di una regione che Tridico ambirebbe a governare.

Il condizionale è d’obbligo, visti gli ultimi sondaggi disponibili che vedevano in testa con ampio margine il governatore, ri-candidato dal centrodestra unito. Piccola consolazione per lo sfidante giallorosso: lo strazio sta per terminare, visto che domenica e lunedì si terranno (finalmente, è il caso di dirlo) le elezioni. Al centro delle ironie social una sua dichiarazione di “appartenenza”, sempre molto emotiva come da suo stile ormai acclarato: «Sono innamorato della Costa degli Dei, fino a Diamante», spiega Tridico. La mozione dei sentimenti per dimostrare che lui la Calabria ce l’ha nel cuore. Mettiamola così: se frequentasse le elementari o le medie e si presentasse a una interrogazione di geografia, verrebbe bocciato. A essere generosi: troppo vago e impreciso. In una parola: decisamente equivocabile. L’ex Mister Pensioni sembrerebbe infatti aver deciso di trasferire d’imperio Diamante sulla costa degli Dei, stravolgendo così il meraviglioso litorale tirrenico calabrese. Lo strafalcione da penna rossa è arrivato durante un confronto tra i candidati alla presidenza con Legambiente a Catanzaro.

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Tridico ignora evidentemente che Costa degli Dei è il nome con cui si designa un tratto di costa del Tirreno meridionale che si estende da Pizzo a Nicotera, cioè l’intero tratto marittimo della provincia di Vibo Valentia, lungo circa 55 km. Diamante è invece un Comune situato sulla costa tirrenica nord -occidentale della Calabria, all’interno della “Riviera dei Cedri” distante 150 km dalla Costa degli Dei e in provincia di Cosenza.

Dopotutto, è bene ricordarlo, Tridico da decenni è residente a Roma, dove insegna. E non ha ritenuto nemmeno necessario spostare la residenza in Calabria, pur avendone avuto tutto il tempo. Per questo motivo non potrà recarsi al seggio e votare per se stesso. Il male minore, visto l’andazzo. Un paio di decenni fa quando a sinistra candidarono sindaco Cofferati, i bolognesi protestarono perché il capo della Cgil era solito versare un goccio di vino rosso nel brodo, “alla cremonese”. Uno straniero in casa loro. Nessuno chieda a Tridico della ’nduja.

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