Zaia e il leòn. Un leoncino alato creato con l’intelligenza artificiale segue il governatore per Venezia. Anche Zaia è creato con l’IA. Il leone di San Marco è il simbolo della Serenissima. Sui social il video elettorale spopola. Inizia col “Doge” che esclama: «Ho solo una soluzione per diventare un problema reale, mi candido capolista in tutte le province». L’audio è quello di tre settimane fa quando a Padova in occasione della presentazione dell’aspirante e quasi certo successore, il leghista Alberto Stefani, Zaia ha sciolto le riserve. Il “Doge” non ha potuto ricandidarsi alla guida della Regione per il limite dei due mandati (sarebbe stato il quarto) e non l’ha presa bene, anche perché non gli hanno permesso di presentare la sua storica lista civica. Zaia, dunque, si è candidato a consigliere in quella della Lega.
Cinque anni fa in Veneto il recordman di preferenze, 11.600, è stato Roberto Marcato, anche lui leghista, assessore uscente e lui spera rientrante: Zaia, capolista ovunque – confidano alcuni consiglieri – punta a sfondare le 100mila, il che per intenderci significherebbe il doppio di quanto preso nel 2020 dai 5Stelle, 30mila voti in più di Forza Italia (che però stavolta alzerà la percentuale), il triplo dei Verdi.
La sua civica ne aveva presi 916mila.
Zaia vuole riconficcare la bandiera dello “Zaiastan” e ribadire il suo peso. Il video è stato pubblicato nel pieno della campagna elettorale: si vota il 23 e 24 novembre. Nel filmato i muri delle calli di Venezia sono ricoperti di manifesti con su scritto “Dopo Zaia scrivi Zaia”, che riprende il suo vecchio slogan “Dopo Zaia solo Zaia”. Il governatore ha fatto preparare un video per ognuna delle sette città: il prossimo, ha comunicato, sarà ambientato a Belluno. Zaia verrà eletto in Consiglio regionale ma dopo cosa farà? La vera domanda è questa. Lui non ne vuole parlare, almeno non adesso. Stefani, 32 anni, enfant prodige che incarna un po’ la Lega delle origini e un po’ quella nazionale, è deputato della Lega oltre a segretario dimissionario della Liga Veneta: dopo l’elezione (gli ultimi sondaggi lo danno in vantaggio di 35 punti) il suo seggio a Montecitorio rimarrà vacante e ci saranno le elezioni suppletive. Zaia potrebbe chiedere il seggio e però è dubbio, per alcuni irrealistico che si accontenti di un posto da parlamentare semplice. Dunque Zaia ministro in un mini -rimpasto di fine legislatura?
Meloni ha sempre escluso la possibilità di cambiare le pedine. Zaia ha già fatto il ministro dell’Agricoltura con Berlusconi. C’è chi spinge per fargli fare il sindaco di Venezia, incarico che però potrebbe rivendicare Fdi e se così fosse punterebbe sul senatore veneziano Raffaele Speranzon, il cui nome anche se con meno forza di quello di Luca De Carlo (senatore e coordinatore regionale di Fdi) era stato fatto circolare prima del via libera a Stefani. «Zaia è una risorsa per la politica italiana», ha detto ieri il presidente del Senato, Ignazio La Russa, «se dipendesse da me, porte aperte. Ma una cosa è il mio pensiero», ha sottolineato, «e un’altra è la collocazione che risponderebbe a esigenze diverse. Non vedo alcun motivo per cui gli alleati della Lega possano frapporre ostacoli a un upgrade di Zaia. Anche al governo, ma questo dipende da Giorgia Meloni». E se Zaia rimanesse a fare il consigliere e tra cinque anni si ricandidasse per guidare ancora il Veneto?




