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Fico ormeggia la barca a 550 euro l’anno

di Simone Di Meosabato 22 novembre 2025
Fico ormeggia la barca a 550 euro l’anno

3' di lettura

Se il più grande talento del Diavolo è far credere di non esistere, il più grande talento di un grillino è fingere di rifiutare i favori della Casta. C’era quasi riuscito Roberto Fico, candidato governatore dell’ammucchiata sinistra in Campania, a lasciar credere che l’ormeggio della sua “Paprika” da mezzo milione di euro in un’area militare a Nisida fosse una esigenza di sicurezza legata alla carica di presidente della Camera. A dissipare i dubbi e a svelare il bluff è stato invece il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo a una interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia. Un racconto affilato come un rasoio che ha fatto evaporare la narrativa del «posto barca per necessità istituzionale». Il ministro ha chiarito infatti che «è stato appurato che l’ormeggio dell’imbarcazione» di Fico «è avvenuto successivamente alla sua nomina a presidente della Camera dei deputati, in ragione di richiesta di parte del 2018», al fine di «disporre di un posto [...] in un’area sorvegliata e controllata militarmente, per esigenze di sicurezza personale». Fin qui, la norma. Poi il passaggio che smonta tutto: «Tale concessione è stata rinnovata annualmente, senza soluzione di continuità», pur «dopo la fine del mandato». Tradotto: quando le ragioni di tutela erano venute meno. Ed era comodo poter contare sull’approdo sotto casa.

Il mal di mare elettorale di Fico peggiora se si guardano le cifre. Per proteggere “Paprika”, l’ex presidente della Camera paga un’inezia: «La quota annua, regolarmente corrisposta dall’onorevole Fico, risulta essere, in media, di circa 550 euro». Una cifra ridicola per un ormeggio così protetto. Non solo. Crosetto ha aggiunto: «Ho dato disposizione al fine di approfondire l’esistenza di casi analoghi in altre aree simili in Italia, di tutte le forze armate, e di ricevere informazioni dettagliate rispetto ai costi in aree simili ed al bilancio dell’associazione». Il ministro ha poi ricordato come funziona l’accesso al circolo militare: per l’ammissione, «si prevede che il Comando accademia aeronautica ha la facoltà di presentare personale [...] come socio sostenitore». Ma la vera falla è nel metodo di scelta: «Non è emerso, ad oggi, un criterio misurabile di priorità nel regolamento dell’Associazione: le valutazioni vengono effettuate in base alla sensibilità del comandante dell’Accademia, considerando la carica del richiedente, il livello di interazione con l’Accademia e con l’Aeronautica, nonché le motivazioni addotte». Insomma, ognuno fa come vuole. Da qui la sintesi: «In tale quadro, la concessione del posto barca, prima in virtù della carica istituzionale e poi di istanza associativa (socio sostenitore), si è basato sulle facoltà discrezionali del comandante dell’Accademia». Fico poteva rinunciare, smessi i panni della terza carica dello Stato, ma non l’ha fatto: perché?

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Davanti a questo quadro, il grillino impenitente ha sbandierato il solito copione da vittima negando che il suo fosse un attracco illegale e trincerandosi dietro la regolarità formale delle procedure, ma evitando di spiegare perché abbia continuato a beneficiare di un super privilegio pur essendo ormai un cittadino comune, lasciato il Parlamento. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Michele Schiano di Visconti, deputato FdI, ha affondato: «La politica ha bisogno di trasparenza, non di nuovi simboli di casta. È ora che la parità di trattamento valga per tutti, davvero». Più diretto Antonio Iannone, senatore e commissario di FdI in Campania: «Dal primo giorno da presidente della Camera in autobus siamo passati all'ormeggio da casta. I politici non dovevano essere uguali ai cittadini? Ad un comune cittadino darebbero un posto barca ad un prezzo che dire di favore è poco? Ci sono persone che il tempo cambia, Fico è stato letteralmente stravolto rispetto a quello che diceva». Alla fine resta solo l’onda anomala della verità, che schiaffeggia la retorica dell’ex presidente e ribalta la scena del moralismo da risacca. La barca fichiana galleggia tranquilla. La credibilità, molto meno. Più che Paprika, è il Titanic dei grillini.

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