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Giuseppe Conte ridicolizzato da Dagospia: "Occhio a non sbattere il ciuffo", uno strepitoso siluro

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Cuor di leone? No, cuor di "coniglio", così come lo abbiamo definito su Libero oggi, martedì 7 dicembre. Si parla di Giuseppe Conte, un leader in fuga, il grillino che ha rifiutato la proposta di Enrico Letta di candidarsi alle suppletive di gennaio al collegio Roma I, lasciato vacante a Montecitorio da Roberto Gualtieri dopo la sua elezione a sindaco di Roma.

 

Una proposta, quella di Letta a Conte, che aveva scatenato la reazione di Carlo Calenda, pronto a candidarsi nello stesso collegio pur di boicottare l'asse giallorosso contro il quale battaglia da tempo, al costo di favorire il centrodestra. E insomma, l'avvocato del popolo ha ritenuto fosse più conveniente fare un passo indietro: il premier (due volte) e leader del M5s mai eletto né scelto da nessuno, l'uomo perennemente nominato dall'alto, sfugge ancora una volta al confronto col consenso, con le urne.

 

Le sue ragioni le ha spiegate poche ore fa a L'aria che tira, il programma di Myrta Merlino in onda su La7, laddove ha spiegato che "non mi candido perché voglio entrare dalla porta principale", ossia le prossime elezioni, sia che si tengano nel 2022 o nel 2023. Dalla Merlino, per inciso, il presunto avvocato del popolo ha confermato le parole d'elogio spese su La Stampa per Silvio Berlusconi: "C'è rispetto nei confronti di una figura che ha avuto un ruolo importante nel Paese. Ha fatto anche molte cose buone, ha interpretato la voglia di rinnovamento di una parte del Paese che si è identificata con lui".

Ma tant'è. Cosa c'è da aggiungere? Bene, c'è da aggiungere il titolo di Dagospia sulla "fuga" di Giuseppe Conte, sulle parole pronunciate a La7. Al solito, un titolo graffiante, feroce. Scrive infatti il sito di Roberto D'Agostino: "Non mi candido perché voglio entrare dalla porta principale (occhio a non sbattere il ciuffo)". E chi ha orecchie per intendere, intenda...

 

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