Arrestato noto fotografo romano: adescava adolescenti, le molestava e le faceva spogliare
Le ha immortalate completamente nude. Alcune di loro hanno addirittura preso parte a servizi pornografici; altre hanno ceduto in silenzio alle molestie dell'uomo; altre ancora sono divenute oggetto inconsapevole di uno scambio su internet di materiale sessualmente esplicito. E' questo il nuovo scandalo che sta scuotendo la Roma bene rivelato da Repubblica. Protagoniste oltre cinquanta minorenni, la maggior parte di loro provenienti da alcuni dei più noti licei romani e un noto fotografo della Capitale, Furio Fusco, finito questa mattina in manette con l'accusa di adescamento, prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico. Sex toys e migliaia di scatti - Nella torbida storia raccontata da Daniele Auteri, che ha raccolto le testimonianze di alcune di queste adolescenti, ci sono molestie e pressioni psicologiche, doppi sensi, palpeggiamenti. C'è di tutto nelle conclusioni degli investigatori che hanno indagato, dopo alcune segnalazioni di Repubblica, proprio nei quartieri Trieste e Parioli, due tra i più benestanti della Capitale, gli stessi che hanno fatto da scenario alla vicenda delle baby squillo. I Carabinieri ora, scrive Autieri, sono al lavoro in due appartamenti riconducibili all'uomo. Insieme a loro anche gli esperti di reati informatici stanno mettendo a soqquadro ogni angolo delle abitazioni. All'interno, oltre a una collezione di sex toys, è immenso il materiale digitale trovato. Si parla di terabyte di foto, migliaia e migliaia di scatti. Ed è questa la parte più difficile, perché spetterà adesso agli inquirenti distinguere le minorenni e capire che fine facevano gli scatti più osceni, quelli dei servizi pornografici firmati da Fusco. L'adescamento - E poi ci sono le testimonianze di quelle ragazze che hanno detto basta. Fusco, secondo la loro ricostruzione, le convinceva dicendo "non sai quante ragazze mi chiedono cose porche per arrivare da qualche parte", "non essere in ansia, anche le tue amiche hanno fatto foto così". Fusco le reclutava nel quadrilatero che va da via Tagliamento a corso Trieste con la parola d'ordine per i nuovi adolescenti "fare soldi in fretta". Come? Spettacolo, moda, televisione. Lui chiedeva l'amicizia su Facebook poi un messaggio privato: "Complimenti! - scrive lui - sei davvero bella!". Ha circa 50 anni, lei 14. La conversazione prosegue. Dopo averle spiegato di cosa si occupa, il fotografo le consiglia di farsi fare un book da qualcuno e di portarglielo. "E se va bene - dice - iniziamo con i casting". La conversazione, continua a raccontare Autieri, sembra terminata, ma non è così. Un attimo dopo l'uomo, riferendosi alle foto, aggiunge: "Non ti dico di scattarle con me perché io faccio foto moooolto sexy!". E tanti iconcine di "smile" a sottolineare la provocazione. La ragazza si schermisce e risponde: "Le ho viste, ma per ora non vorrei rimanere vestita". All'istante si accorge di aver sbagliato a scrivere e che quel "non vorrei" potrebbe crearle dei problemi. Lui legge e immediatamente la incalza: "Non vorresti? Sicura che hai scritto bene?", e giù un'altra fila di smile. Lei rettifica: "Vorrei". L'uomo allora chiude con un "ah ecco" accompagnato dall'ennesimo sorriso digitale. Un archivio sconfinato - Tutte le testimonianze (confermate dai primi ritrovamenti dei Carabinieri) convergono sullo stesso particolare: Furio Fusco avrebbe a disposizione un archivio sconfinato di scatti che ritraggono ragazze minorenni senza veli o in pose provocanti. Resta adesso il sospetto su quale sia l'utilizzo finale di questo database che nulla ha a che fare con la promozione delle ragazze nel mondo della moda. E il confine tra produzione, collezionismo e distribuzione di materiale pedopornografico è veramente sottile.