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Ignazio Marino non si dimette, Matteo Renzi pensa ad espellerlo dal Pd

Andrea Tempestini
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Ignazio Marino non molla: le dimissioni, ancora, non arrivano. Il sindaco va alla prova di forza in aula, e oggi, domenica 25 ottobre, ha convocato i suoi sostenitori davanti al Campidoglio. La farsa continua: il primo cittadino non vuole mollare la poltrona, convinto di avere l'appoggio della città e di essere stato vittima di un mezzo complotto. Ed è in questo contesto, grottesco, che il premier Matteo Renzi avrebbe pensato a una sorta di "mossa finale", a cui ricorrere se le dimissioni non arriveranno entro il 2 novembre, giorno in cui, per legge, il passo indietro dovrebbe diventare definitivo. Quale mossa finale? Semplice, metterlo fuori dal partito. Certo, Renzi non vorrebbe spingere fino a questo punto la farsa, e dal Sud America, dove si trova, con i suoi collaboratori si limita a commentare così: "Si è dimesso, ora il Giubileo e poi le elezioni". Lo scenario di Marino cacciato dal partito viene avanzato da Il Messaggero, che sottolinea come l'eventuale "cacciata" del quasi-ex sindaco, inoltre, permetterebbe di escluderlo da quelle primarie per il prossimo candidato al Campidoglio alle quale proprio Marino potrebbe partecipare.

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