Arrivano le nuove linee guida per gestire meglio le infezioni
Il Piano sanitario nazionale emanato a fine ottobre favorisce le diagnosi precoci e introduce l'utilizzo di metodi innovativi detti genotipici per combattere la crescente resistente agli antibiotici
Oltre 700 mila morti ogni anno sono causate dal fenomeno dell'antibiotico-resistenza, dovuta ad un utilizzo elevato di tali medicinali ed alla relativa assuefazione che ha provocato una vanificazione degli effetti curativi e reso molto più resistenti i batteri. Dal punto di vista economico, il ricovero ospedaliero rappresenta un onere gravoso, considerando che un giorno di degenza costa circa 800 euro e che la permanenza in ospedale dei pazienti malati è sensibilmente aumentata. Anche per far fronte a questo problema il Ministero della salute ha emanato il nuovo Piano sanitario nazionale all'indomani del Congresso della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) tenutosi a Salerno. “Il tema dei germi multiresistenti presuppone un approccio multidisciplinare, nel contesto del quale gli infettivologi costituiscono indubbiamente una delle professionalità di primo piano – sottolinea Pierluigi Viale, ordinario di malattie infettive all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna e direttore unità operativa di malattie infettive del Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna – Uno degli aspetti da perseguire assolutamente è sicuramente migliorare l'uso degli antimicrobici. È una grossa responsabilità per il mondo infettivologico. Sono necessarie due considerazioni di tipo politico: chi ha la responsabilità di formazione dei medici del futuro deve rivedere i piani di acculturamento per migliorare la consapevolezza sull'uso degli antibiotici. In secondo luogo, per poter svolgere un'azione capillare di governo della terapia antimicrobica servono adeguate risorse”. “La novità del Piano Sanitario Nazionale di contrasto all'antibiotico resistenza si basa su un concetto innovativo, detto one health, che introduce un approccio unitario di gestione delle resistenze – spiega il professor Marco Tinelli, segretario nazionale Simit – Ciò significa che la gestione del controllo delle infezioni sarà organizzata a livello circolare comprendendo gli ospedali, il territorio e gli allevamenti animali. Il piano introduce così obiettivi e azioni con maggiore coordinamento nazionale per tutte le infezioni, il che significa maggiore concertazione tra le regioni e superamento dei piani parcellizzati. Questa operazione, che coniuga centralizzazione e sinergie, necessiterà anche di nuove risorse”. Attraverso le nuove impostazioni suggerite dalle Linee guida ministeriali, sarà possibile gestire le infezioni in maniera molto più efficace, soprattutto grazie a diagnosi precoci supportate da metodi innovativi, chiamati genotipici. “Il ruolo dell'infettivologo è fondamentale – prosegue il professor Tinelli – Il Ministero ha riconosciuto un ruolo importante alla nostra categoria di infettivologi: non solo la gestione della parte terapeutica, ma anche l'assunzione di responsabilità all'interno di un più generale discorso di equipe per il controllo delle infezioni. Inoltre, interverrà come riferimento fondamentale per la formazione degli operatori sanitari e per la ricerca nell'ambito dell'antibiotico terapia e del controllo delle infezioni”. Il Piano consentirà di comprendere qual è l'effettiva situazione epidemiologica, ossia permetterà di conoscere quali sono le tipologie batteriche presenti in Italia e, dunque, i rischi ad esse correlate. Inoltre, attraverso la diagnosi precoce, sarà possibile procedere ad un utilizzo più mirato, dunque accurato, degli antibiotici. L'antibiotico-resistenza è stato il tema privilegiato del XVI Congresso nazionale Simit, durante il quale sono stati approfonditi altri argomenti di marcata rilevanza quali HIV, epatite B, aderenza ai farmaci, vaccinazioni, malaria e chikungunya, malattie nelle popolazioni speciali. “Anche quest'anno il nostro Congresso nazionale, in accordo con la mission della nostra Società, rappresenta un momento di confronto su tutte le tematiche e le problematiche più attuali che coinvolgono la nostra disciplina a livello nazionale e talvolta mondiale – ha concluso Tinelli – Nel contempo, il congresso rappresenta un momento di incontro tra vecchie e nuove generazioni, non solo di infettivologi, ma di tutti quegli specialisti di altre discipline che sono coinvolti in una visione moderna della gestione multidisciplinare delle infezioni”. (FEDERICA BARTOLI)