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Libro ‘Una scienza senza anima' del professor Giuseppe Sermonti

Celebrata la Giornata Mondiale della Filosofia 2018 al Senato con un convegno tematico sul libro dell'illustre biologo e genetista italiano che insieme a Guido Pontecorvo scoprì la ricombinazione di Penicillium Chrysogenum

Maria Rita Montebelli
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Presso la Biblioteca del Senato della Repubblica si è recentemente celebrata la ‘Giornata Mondiale della Filosofia 2018' indetta dalle Nazioni Unite, con un convegno tematico sul libro ‘Una scienza senza anima' del professor Giuseppe Sermonti, illustre biologo e genetista italiano che insieme a Guido Pontecorvo ha scoperto la ricombinazione parasessuale di Penicillium Chrysogenum – fungo produttore di un antibiotico da cui prendono il nome le penicilline – e insieme a sua moglie Isabella Spada di Colle d'alberi ha scoperto la ricombinazione genetica di Streptomyces da cui si ricavano anche antibiotici come la Streptomicina - utile nelle questioni tubercolari. Ad introdurre l'incontro è stato proprio il più grande dei figli dell'autore, il giornalista scientifico Andrea Sermonti, che ha raccontato come suo padre, sebbene uomo di scienza e pertanto obbligato a procedimenti precisi, abbia sempre dimostrato con lui e gli altri figli un lato umano molto marcato, rispettando tra l'altro la loro libertà di pensiero e di vedute anche nella vita personale. Nel momento dell'istituzione della Giornata, l'Unesco ha fissato tre obiettivi primari da raggiungere: il primo si prefigge di rinnovare ogni anno a livello internazionale l'impegno per la diffusione della filosofia; in seconda battuta l'Agenzia delle Nazioni Unite intende diffondere l'analisi filosofica nella ricerca e gli studi sulle principali questioni contemporanee, per poter rispondere nel modo più efficace possibile alle sfide che deve affrontare l'umanità – e sotto questo punto di vista, secondo l'Unesco, è fondamentale utilizzare il pensiero filosofico per studiare gli effetti della globalizzazione o le conseguenze della modernità – e infine la Giornata serve per valutare lo stato dell'insegnamento della filosofia in tutto il mondo, con particolare attenzione nei Paesi dove i livello di scolarizzazione è ancora molto basso. Ed è per queste priorità umanitarie che l'Istituto di studi politici S. Pio V ha aderito, con la dottoressa Rita Padovano, a farsi carico di moderare sapientemente i tanto spinosi quanto acuti interventi degli autorevoli relatori, come quello di Francesco Scoppola del MiBAC, che sebbene spassionatamente, senza mezzi termini ci ha ricordato come la politica  in passato abbia viziato scoperte scientifiche e andamenti storici, basti pensare alle leggi razziali che portarono Enrico Fermi e la famiglia di Oppenheimer nel nuovo continente ed il conseguente discutibile Progetto Manhattan o come quello dell'emerito sociologo Roberto Cipriani che con la sua panoramica a partire dal '500 con l'epoca della modernità', ha messo in evidenza come classi dirigenti o poteri forti abbiano trattenuto - a quei progressi scientifici - di evolversi spontaneamente verso piani più elevati o desiderabili per l'uomo, citando appositamente il caso Galileo Galilei, oggi considerato come un 'santo' in ambito ecclesiastico. Ed è proprio qui che il richiamo lungimirante di una scienza più libera, non autoritaria o dogmatica, di Giuseppe Sermonti entra in gioco a pieno titolo se la si vuole scrivere con la S maiuscola. In proposito l'intervento del geografo ambientale Tiziana Banini ha arricchito di linfa vitale l'intero quadro, come sempre capita quando si toccano i sentimenti, le sensibilità o le emozioni dell'élan vital - come la chiamava Henri-Louis Bergson – e tanto cari all'autore che li considera di ordine senior alla vacuità del mero e inanimato universo materiale. Per inciso, non è forse vero che l'ateissimo Paul Dirac, con il suo ‘oppio dei popoli', si contraddice quando afferma che delle formule matematiche quelle che predilige sono quelle estetiche? Non è che forse la natura della sua anima l'avesse portato a dire ciò? La bellezza, l'arte, l'estetica, non appartengono forse agli attributi della psiche, alle qualità spirituali, come ad esempio uno dei fisici più determinanti della storia, James Clerk Maxwell, le esercitava con le sue poesie, testimoniando così la presenza di un' anima, di una motivazione di grado più elevato, che guidava e dava impulso ai suoi sforzi di conoscere e controllare in modo più ottimale l'universo materiale - e considerando, allo stesso tempo, tali sforzi, un sentito servizio che offriva al prossimo. A proposito, storicamente, parallelamente a Maxwell, in Francia, alla Salpêtrière, Jean Martin Charcot, il principe della clinica e del tabula rasa di 'qualsiasi ed ogni preconcetto o pregiudizio immaginabile', dopo una vita di sperimentazione con uomini e donne, concluse dicendo che l'isteria era un disordine di natura psico-logica. Non sembra un'affermazione di poco conto se detta dal 'fondatore della moderna neuro-logia'. E forse non fu un caso che un suo allievo di nome Sigmund Freud si persuase poi ad addentrarsi in quella che chiamò psico-analisi. Mentre poco dopo in America, il filosofo scienziato Alfred Korzybski, sulla scia del modus operandi di Charcot, sostenuto nel suo ospedale dall'illustre pioniere psichiatra riformista William Alanson White - che mise da parte le camicie di forza, sostituendole con  terapia occupazionale e psicoterapia - ebbe la possibilità di studiare, per diverso tempo e a fondo, i disordini mentali direttamente con i pazienti, culminando con quella che definì General Semantics nella sua opera Science and Sanity, mettendoci in guardia dai decisivi tranelli e  disattenzioni che i simboli sono suscettibili di rappresentare per l'essere umano, e così anche dalla necessità di usare, noi tutti, un linguaggio il più preciso o adeguato possibile e dall'importanza di assicurarci di comprenderlo nel miglior modo possibile. Tiziana Banini, con l'ausilio di sconcertanti diagrammi, ci ha parlato del paradosso della martoriata fascia equatoriale sfruttata senza scrupoli per la sua vegetazione, preziosa per i principi attivi di tutti quei farmaci o alimenti considerati di fascia superiore, ma che è allo stesso tempo teatro di raccapriccianti disagi sociali, conflitti e persino deforestazione! Per caso non si ritorna in questo caso, come il ritornello della famosa canzone ‘sarà la musica che gira intorno, quella che non ha futuro', a quei poteri forti, anche di multinazionali, che impongono determinate realtà scientifiche inaccettabili per uno spirito libero motivato dall'amore per la Conoscenza e per l'umanità e che costringono per dignità ed integrità personale a togliersi il camice bianco come protesta e anche allo stesso tempo come sano incoraggiamento a ‘guardare oltre'? Non è forse vero che l'emarginato Albert Einstein se non avesse pregato Max Planck di ascoltarlo e se Planck, suo connazionale, non lo avesse letteralmente  ‘appoggiato'  affinchè  avesse la possibilità di dire la sua nella comunità scientifica ufficiale, probabilmente avrebbe continuato a fare solo una carriera di tipo accademico? Non è forse una certa arroganza o discriminazione interna a limitare gli orizzonti della Conoscenza – per esempio, chiunque abbia cercato di esplorare quell'energia che muove il corpo teorizzata da Isaac Newton nell'ultima pagina dello Scolio Generale di ‘Principia', ribellandosi ai signori della ‘materia' grigia dediti all'assolutismo cerebrale di Wilhelm Wundt e allo stimolo-risposta animale di Ivan Pavlov, ha avuto poi delle vite rese impossibili – come lo psicologo Wilhelm Reich con l'energia dell'orgone o il filosofo L. Ron Hubbard con l'energia theta. Parallelamente, in ambito umanistico e spirituale, il teologo delle religioni Paolo Trianni, nel suo intervento, ha citato il teologo spagnolo Raimon Panikkar riguardo il suo ‘guardare più in là', che del suo viaggio apostolico in India una volta disse: "Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindu e ritorno buddhista, senza cessare per questo di essere cristiano". Se la civiltà occidentale, come ci racconta Giovanni Reale, è nata con i ragionamenti di Socrate, sia nelle strade che negli ambienti altolocati di Atene, e così anche l'idea di Psiche, della sua bellezza, virtù e bontà innata, e che il filosofo indicava come la strada maestra nella ricerca e nelle ambizioni per un miglioramento e raggiungimento di condizioni di esistenza più felici per l'individuo e la collettività, allora, sicuramente, tutte quelle azioni svolte a favore di  tutti gli strati umani, come l'impegno sociale di associazioni ieri intervenute come gli ‘Amici di Ron' con il ‘Premio Nazionale di Filosofia' che incoraggia centinaia di saggi filosofici da proporre da parte di ‘chiunque' senta di farlo, non potranno che sortire effetti rivitalizzanti. C'è stata anche la gradita partecipazione di una classe terza del Liceo Classico statale Dante Alighieri di Roma e l'intervento di Dhillon Karam Jit Singh, rappresentante della comunità Sikh italiana, che ha ricordato come il quinto Guru della loro religione, Arjan Dev ji, nel compilare il loro libro sacro ‘Adi Granth', si avvalse anche del pensiero di saggi e santi di altre fedi, raccogliendo così anche  ciò che quegli uomini di saggezza avevano cercato di offrire: riconoscendo, in questo modo, il buon principio che “tutte le fedi devono essere rispettate per la loro nobiltà d'intenti”. Il convegno è giunto piacevolmente a termine dopo circa due ore, venendo arricchito artisticamente nel commiato dalla lettura della prefazione di ‘Una scienza senza anima' da parte del maestro Antonello Avallone. (PAOLO ONORATI)

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