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Sostenibilità e prospettive del SSN, un'indagine quantitativa

Digital transformation, invecchiamento della popolazione italiana, cambio della spesa sanitaria e articolato sistema di governance al centro della prima edizione di ‘Outlook Salute Italia' a Roma

Maria Rita Montebelli
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Prima edizione a Roma di ‘Outlook Salute Italia 2021 – Prospettive e sostenibilità del Sistema Sanitario' a cura di Guido Borsani, Senior Partner Deloitte e Government and Public Services Industry Leader dell'area Central Mediterranean (Italia, Grecia, Malta). L'evento, patrocinato da Amcham (American Chamber of Commerce in Italy), ha offerto una panoramica e diversi spunti di riflessione sulle opportunità e sulle sfide del nostro Sistema Sanitario Nazionale, uno dei più efficienti al mondo. Da una ricerca demoscopica realizzata da Deloitte, basata su oltre 3.500 interviste effettuate sul territorio nazionale e mirata a verificare se e come le numerose dinamiche che stanno interessando il settore stanno modificando abitudini e modalità di fruizione dei servizi sanitari da parte dei cittadini, si è passati all'analisi della sostenibilità dei processi di crescita duraturi per la collettività, per le imprese e per le Istituzioni.   Questi i risultati: . Il giudizio degli italiani sul Sistema Sanitario è positivo: il voto medio dato alla Sanità Pubblica è sufficiente, quello alla Privata è buono. Circa un terzo dei nostri connazionali ritiene buone le competenze digitali degli operatori sanitari, pur percependole inferiori ad altri settori (38 per cento del campione); . Complice anche la crisi, più di un quarto degli italiani ha rinunciato a cure mediche nell'ultimo anno per motivazioni economiche, quota che cresce al Sud e nelle Isole (oltre un terzo del campione). Emergono criticità importanti legate ai tempi di attesa che, secondo la maggioranza degli italiani, non raggiungono una valutazione sufficiente; . Critica anche la distribuzione geografica dei centri di eccellenza: circa un terzo degli italiani si è spostato dalla propria regione per cure mediche, principalmente verso altre regioni italiane.   “I risultati della ricerca confermano il posizionamento del Sistema Sanitario Nazionale, riconosciuto come uno dei migliori a livello globale, in quanto il giudizio complessivo restituito dagli italiani è positivo – ha commenta Guido Borsani - Emerge tuttavia un'area di grande sofferenza dettata dalla quota di pazienti che hanno rinunciato a cure mediche per motivi economici. Purtroppo, con riferimento all'ultimo anno, la percentuale supera un quarto dei rispondenti. Questo fenomeno costituisce un elemento di preoccupazione circa la tenuta dell'universalità del nostro Sistema ed è ulteriormente rafforzato dalla criticità emersa sui tempi di attesa e dall'attitudine a viaggiare per ricevere le cure necessarie in tempi idonei. Oltre a questi temi, il campione ha anche espresso il timore di dover fare ricorso sempre di più in futuro a fonti proprie di finanziamento per accedere alle cure. In questo contesto possono ricoprire un ruolo decisivo anche le polizze assicurative salute, la cui diffusione, ad oggi, ha ancora importanti margini di sviluppo in termini di distribuzione e offerta”, ha aggiunto Borsani che non ha tralasciato un altro tema caldo, la digital transformation.   “Il tema della trasformazione digitale – afferma Bersani – sta impattando le dinamiche del comparto. Difficile dire quali saranno i paradigmi di cura tra qualche anno, troppe variabili stanno profondamente trasformando modelli operativi e strumenti. Tuttavia, questa trasformazione, costituisce un'opportunità fondamentale da cogliere per la futura sostenibilità del nostro Sistema Sanitario”. Al riguardo, Maria Chiara Carrozza (Prof.ssa di Bioingegneria Industriale dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Direttore Scientifico della Fondazione Don Carlo Gnocchi e già Ministro dell'Istruzione) ha dichiarato: “Invecchiamento della popolazione e migliore aspettativa di vita ci portano all'attenzione della cronicità. Sono numerosissimi gli anziani che devono convivere con essa nell'ultima parte della vita e il nostro Sistema Sanitario Nazionale non è ancora pronto. Ma la cronicità può essere un'opportunità. Pensiamo alle tecnologie digitali che possono offrire delle soluzioni, ma anche degli spunti di prevenzione per le malattie o un valido supporto nella somministrazione delle terapie. Oggi, le malattie non si curano al centro per cento ma si cronicizzano e quindi si impara a convivere con esse, sperimentando metodi che possano permettere anche una buona qualità di vita, partecipando alla vita sociale ed essendo autonomi. La tecnologia in sanità si pone questo obiettivo”.   All'evento hanno partecipato: Fiammetta Fabris (Responsabile divisione Health, Allianz), Michele Perrino (Presidente e Amministratore Delegato Medtronic Italia e Consigliere di American Chamber of Commerce in Italy) e Flavio Ronzi (Segretario Nazionale, Croce Rossa Italiana) e Vito Montanaro (Direttore Generale, Regione Puglia) il quale ha posto l'accento sulle risorse finanziarie auspicando di “essere coraggiosi e rivedere l'assetto normativo, vecchio di 40 anni, riprogrammare le azioni strategiche del futuro tenendo conto anche del diverso livello assistenziale praticabile nelle regioni d'Italia e ipotizzare un percorso che consenta di raggiungere l'equità che è spesso presentata dal Ministro Speranza come obiettivo centrale della politica sanitaria e dei dipartimenti salute di ogni regione”.   La valutazione del ‘Sistema salute'. Dallo studio emerge una fruizione delle prestazioni sanitarie distribuita presso tutta la popolazione nazionale, per lo più concentrata su esami di laboratorio (66 per cento) e visite da medico di famiglia e pediatra (64 per cento). Dalle analisi emerge che la condizione economica delle famiglie risulta decisiva per il ricorso ad alcune cure, principalmente visite specialistiche e diagnostica strumentale (come ecografie, radiografie, TAC), il cui utilizzo è maggiore presso coloro che dichiarano un reddito elevato (ad esempio, le visite specialistiche negli ultimi tre anni sono state effettuate dal 50 per cento di coloro che dichiarano un reddito basso, e dal 60% di coloro che dichiarano un reddito elevato). L'indagine fa emergere anche un dato importante relativo alle prestazioni mediche, in quanto più di un quarto del campione afferma di essere stato costretto a rinunciare a cure nell'ultimo anno per motivazioni economiche (29 per cento), quota che raggiunge oltre un terzo dei rispondenti residenti al Sud e nelle Isole (36 per cento al sud; 40 per cento nelle isole). In questo contesto tuttavia, il giudizio degli italiani sul Sistema Sanitario registra performance positive: il voto medio dato al Sistema Sanitario Nazionale è sufficiente (6,3 su una scala da 1 a 10) e il voto medio assegnato alla Sanità Privata si colloca in una fascia positiva (7,3). In particolare, sono premiati i servizi di prossimità, come il 118 (voto medio 6,8), i servizi offerti da medico di famiglia e pediatra (6,8) e i servizi aggiuntivi disponibili in farmacia (6,6). Viceversa, gli intervistati percepiscono criticità importanti legate ai tempi di attesa, che non raggiungono la sufficienza in alcun ambito indagato (il voto medio è inferiore a 5 per tempi di attesa relativi a ricoveri ospedalieri, diagnostica e visite ambulatoriali), e soprattutto, denotano un peggioramento nel corso dell'ultimo anno. Le polizze assicurative, il turismo sanitario e la digitalizzazione del settore. L'ampio studio condotto da Deloitte ha esplorato molteplici aree di interesse del settore sanitario italiano, quali, tra gli altri, la diffusione delle polizze assicurative salute, la mobilità intrapresa per cure mediche, e la percezione dell'innovazione digitale del settore. Le polizze salute risultano note alla popolazione italiana, anche se solo un rispondente su cinque dichiara di averne sottoscritto una. Emerge infatti un problema di diffidenza come barriera alla sottoscrizione: il 49 per cento di coloro che non hanno una polizza salute non sono intenzionati all'acquisto, principalmente a causa di costi troppo elevati (44 per cento) e perché non ne avvertono l'esigenza (30 per cento). Viceversa, la soddisfazione presso coloro che hanno già sottoscritto una polizza assicurativa salute appare pienamente positiva, in quanto il 76 per cento dei clienti attuali consiglierebbe la sottoscrizione ad amici e parenti.   Un'ulteriore tematica rilevante per il comparto sanitario è legata al turismo sanitario. Dalla survey emerge che nell'ultimo triennio, circa un terzo degli italiani si è spostato dalla propria regione. La mobilità sanitaria è stata effettuata principalmente verso altre regioni italiane (72 per cento tra coloro che hanno viaggiato per motivi di salute) per visite specialistiche o ricoveri ospedalieri. In questo contesto, i principali driver che hanno spinto i pazienti a viaggiare sono ricondotti alla ricerca di strutture o medici specifici, all'esigenza di una migliore qualità delle prestazioni, e a causa degli eccessivi tempi di attesa. Infine, l'innovazione digitale è stata esaminata attraverso una duplice prospettiva, sia in merito alla percezione dell'attuale offerta, sia relativamente alle abitudini dei pazienti. Secondo gli intervistati, la digital transformation in ambito sanitario appare ancora limitata: la valutazione delle competenze digitali degli operatori sanitari in Italia è “buona” o “ottima” per circa un terzo dei rispondenti (29 per cento), e il livello di digitalizzazione del comparto sanitario è inferiore ad altri settori per il 38 per cento dei partecipanti. Dall'altro lato, poco più della metà della popolazione conosce il fascicolo elettronico (59%) e l'utilizzo digitale dei servizi sanitari appare ancora circoscritto: poco più di un terzo del campione ha ricevuto un referto medico via e-mail (37 per cento) o ha prenotato online una prestazione sanitaria (35 per cento). Infine, solo l'8 per cento ha fruito di servizi di telemedicina, quota inferiore rispetto a quanto registrato a livello globale (dal 13 per cento al 29 per cento). (CRISTINA SAJA)

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