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Parmigiano Reggiano e Grana Padano, mai così tanti falsi: ecco che cosa finisce in tavola

Davide Locano
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Fate molta attenzione a Parmigiano Reggiano e Grana Padano: i falsi, nel mondo, infatti hanno superato gli originali. Imitazioni e made in Italy tarocco in tutti i continenti, "un'industria del falso che i dazi rischiano di rendere sempre più fiorente e che ha paradossalmente i suoi centri principali nei Paesi avanzati, a partire dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia al Sudamerica". Questa la denuncia di Coldiretti in occasione del Parmigiano Day che si è tenuto a Bologna: "Il Parmigiano, assieme al Grana, è, il prodotto agroalimentare più imitato nel mondo - sottolinea Coldiretti - che diventa Parmesan dagli Stati Uniti all'Australia, dal Sudafrica fino alla Russia, Parmesano in Uruguay, Reggianito in Argentina o Parmesao in Brasile o altro anche più fantasioso, come il Grana Pampeana senza dimenticare i formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa". Leggi anche: Caffè, come ti fregano sul prezzo della tazzina al bar L'industria del falso è particolarmente florida negli Stati Uniti, laddove "il mercato delle imitazioni dei formaggi italiani ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni". "In termini quantitativi si producono negli Usa 204 milioni di chili di Parmesan, al secondo posto dopo la mozzarella con 1,89 miliardi di chili, e davanti a provolone con 180 milioni di chili, ricotta con 108 milioni di chili e Romano con 26 milioni di chili. Il risultato è che sul mercato a stelle e strisce appena l'1% in quantità dei formaggi di tipo italiano consumati ha in realtà un legame con la realtà produttiva tricolore mentre il resto è realizzato sul suolo americano. Una situazione che rischia di aggravarsi con il via libera del Wto ai dazi proposti da Trump", conclude Coldiretti.

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