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Bassetti-choc: "Quando non usare quel farmaco", la strage che ci nascondono

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"Stop all'uso inappropriato di antibiotici". L'infettivologo Matteo Bassetti commenta così i dati, allarmanti, contenuti in un nuovo rapporto pubblicato dall'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che fanno emergere la reale entità di una "epidemia silenziosa", forse aggravata da due anni di Covid e cure fai-da-te. 

 

 

 

 

Tra il 2016 e il 2.Sono i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Nei quattro anni considerati, in Grecia i morti da infezioni resistenti sono stati 20 ogni 100mila abitanti, 19 in Italia, 13 in Romania. In generale, indica l'Ecdc, la resistenza agli antibiotici fa 35mila morti ogni anno in Europa (Ue e spazio economico europeo) e i numeri sono in aumento. L'impatto sulla salute della resistenza antimicrobica (Amr) è paragonabile a quello dell'influenza, della tubercolosi e dell'Hiv/Aids messi insieme.

 

 

 

"Vediamo aumenti preoccupanti nel numero di decessi attribuibili a infezioni da batteri resistenti agli antimicrobici, in particolare quelli che sono resistenti al trattamento antimicrobico di ultima linea", ha affermato Andrea Ammon, direttore dell'Ecdc. "Ogni giorno, quasi 100 persone muoiono a causa di queste infezioni nell'Ue/See. Sono necessari ulteriori sforzi per continuare a ridurre l'uso non necessario di antimicrobici, migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, progettare e attuare programmi di gestione antimicrobica e garantire un'adeguata capacità microbiologica a livello nazionale", ha aggiunto. Durante il periodo 2012-2021 è stata osservata una diminuzione del 23% del consumo totale di antimicrobici negli esseri umani, nei settori delle cure primarie e ospedaliero combinati. Anche se ciò rappresenta un buon risultato - rileva l'Ecdc - c'è stato un aumento della percentuale di antibiotici "ad ampio spettro" utilizzati, in particolare negli ospedali. Tra il 2012 e il 2021 negli ospedali è aumentato del 15% il consumo di antibiotici "ad ampio spettro", del 34% il consumo di carbapenemi e del 34% la quota di antibiotici "di riserva", cioè di antibiotici da riservare al trattamento di polifarmaci confermati o sospetti di infezioni resistenti, più che raddoppiate nello stesso lasso di tempo.

 

 

 

 

 

"Oggi è importante una presa di posizione forte per l'appropriatezza dell'uso degli antibiotici, con un messaggio ai medici ma anche ai cittadini - spiega all'Adnrkronos Salute Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova -. Occorre spostare il mirino dai medici alle persone perché c'è troppo fai da te e autoprescrizione, vediamo quello che accade con il Covid. Dobbiamo dire che ci sono 4 situazioni in cui non vanno usati gli antibiotici: nel raffreddore, nell'influenza, nelle bronchiti acute e nel Covid. Bisogna che si sappia, in Italia stanno crescendo in maniera vertiginosa le resistente batteriche". Il Cdc di Atlanta, ricorda ancora Bassetti, "valuta tra il 20% e il 40% in più di antibiotico-resistenza tra il 2019 e il 2020, per effetto del Covid, con un aumento della mortalità del 15%. Se non cambiamo rotta nel 2050 avremo 10 milioni di morti per infezioni da batteri resistenti ai farmaci. Gli antibiotici vanno presi solo quando sono necessari - rimarca Bassetti - serve un appello a tutti per usarli solo quando servono davvero".

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