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Beatrice Borromeo regala tre cuscini a un senza tetto e litiga con un prete: "Lei non sa chi è il mio antenato"

Giulio Bucchi
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Caro monsignore, lei non sa di chi sono discendente io. E' andata più o meno così tra Beatrice Borromeo e un prete: parola della penna del Fatto quotidiano, che sulla propria pagina Facebook ha raccontato lo scontro campale con la tonaca. Tutta colpa di un clochard a cui la caritatevole contessina ha deciso di donare tre cuscini usciti leggermente rovinati da un trasloco.  Pubblicazione di Beatrice Borromeo.     Quando la Borromeo si avvicina al senza tetto, s'imbatte nel prete "che mi fotografa con l'Ipad mini (ultimo modello) e scuote la testa guardandomi con sdegno". La tensione cresce, soprattutto quando l'uomo di chiesa la apostrofa: "E' per colpa di quelli come te che la città è piena di questi schifosi!". Si apre un dibattito sulla funzione della Chiesa e dei suoi uomini, e quando il parroco riprende la giornalista ricordandole che il suo compito è "la salvezza delle anime, non dare il pane ai poveri, e che pensare il contrario è una follia" la Borromeo non si trattiene. Scatta, parola sua, il "name dropping a manetta". Formula imparata un po' al master alla Columbia University, un po' sui social network e un po' durante le sue inchieste su bimbiminkia e sesso. Tradotta in italiano corrente: lei non sa chi sono io. Cioè, discendente di San Carlo Borromeo, che "ha donato tutto ai poveri. O era scemo lui o sei te che hai sbagliato lavoro". Vittoria morale totale: il prete se ne torna in sacrestia con l'iPad mini, Beatrice corre a scrivere l'avventura. E a chi legge resta il dubbio: piangere per l'uomo di chiesa dal cuore di pietra o per la nobile dal cuore d'oro ma senza i suoi tre cuscini?

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