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Disastro Innocenzi: in sei mesi ha perso un milione e mezzo di spettatori

Matteo Legnani
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In Italia la rottamazione vince in politica, ma non paga nei talk show politici. La crisi dei programmi di informazione è un dato di fatto.I numeri di questa intensa stagione televisiva sono lì a testimoniarlo: ascolti e share dimezzati rispetto ai primi sei mesi dell'anno. Gli stessi dati (impietosi) colpiscono soprattutto chi alle prime armi (anche se con il grande aiuto di un fuoriclasse come Santoro) cerca di farsi strada tra i big della nostra informazione. Sembra essere proprio così la parabola televisiva di «Announo» e della sua conduttrice Giulia Innocenzi (ultima santorina rimasta in video, la bionda Luisella Costamagna per esempio è emigrata in Albania a rinforzare la colonia italiana di Agon tv). Partiamo dalla fine, dalla puntata di giovedì scorso, seguita soltanto 783mila spettatori (share del 3.29%), battuta nuovamente dal «Virus» di Nicola Porro (1 milione e 22mila per 4.18% di share). Ma gli ultimi ascolti sono la conferma che il prodotto di Cairo, e della sua La7, non funziona. Non decolla negli ascolti, anzi è una continua (per ora) discesa verso il basso. A maggio,mese del debutto televisivo in «solitario» della Innocenzi, la trasmissione (con il premier Renzi in studio) partì con il botto: oltre il 10% di share con più di due milioni di spettatori. La quinta e ultima puntata della prima stagione (in onda il 5 giugno) dimezzò ascolti e share (1milione e 241mila spettatori e 5.60%) . Un vero crollo che non può essere addebitato soltanto alla crisi del talk show politico, che tra l'altro ancora non era esplosa. La conduzione puntigliosa, poco televisiva, un atteggiamento a volte da prima della classe da parte della conduttrice, non aiutano un programma che vorrebbe parlare con «un linguaggio fresco», come si augurava l'Innocenzi al debutto di «Announo». La ripresa autunnale poi è stata anche peggiore. E i tanto decantati giovani neanche lo guardano. Aldo Grasso, sul Corriere della sera, ha scritto che a seguire la santorina ci sono soprattutto ultra 65enni, o comunque persone con più di 55 anni. Dati che certificano un flop sia in termini di numeri che di contenuti (un programma fatto da giovani, ma visto per la maggior parte da ultracinquantenni) e che fanno nascere dubbi ai piani alti della rete di Cairo. L'imprenditore piemontese aveva puntato molto sul palinsesto autunnale, riempendolo di programmi di informazione. La crisi di ascolti ha colpito soprattutto La7. Nonostante ciò Cairo assicura che il ritorno pubblicitario sta andando bene. E la sorte della Innocenzi è legata a filo doppio con quello di Michele Santoro, il cui contratto con La7 scadrà nel 2015. Lui ha già annunciato il suo addio alla conduzione, ma la sua pupilla che fine farà? Allo share l'ardua sentenza. Se fosse così la fidanzata di Pif rischia di essere la prima vittima della crisi del talk show. E al suo posto magari a qualcuno potrebbe venire l'idea di sostituirla con una delle «opinioniste» che affollano la sua trasmissione. Magari proprio una delle due ragazze che, nell'ultima puntata, hanno messo in croce Marco Travaglio accusandolo di essere un affarista e uno jettatore. Chi di rottamazione ferisce, di rottamazione potrebbe perire. di Giampiero De Chiara

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