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Stefano D'Orazio morto di coronavirus, la rivelazione di Roby Facchinetti dei Pooh: "Nel pomeriggio era migliorato, poi la terribile notizia"

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Era entrato nella famiglia dei Pooh nel 1971, Stefano D'Orazio. E da allora non ne è mai più uscito, nonostante l'addio nel 2009 (e il rientro per il trionfale tour 2015-16, quello dei 50 anni di carriera della band). La sua morte a 72 anni ha sconvolto per primi i suoi compagni di musica, Roby Facchinetti, Red Canzian, Dodi Battaglia e Riccardo Fogli. Sapevano della sua malattia, sapevano del coronavirus che lo aveva contagiato e del successivo ricovero. Hanno tenuto tutto nel massimo riserbo, come da tradizione di musicisti sempre molto discreti nel loro essere superstar della musica italiana. "Due ore fa… era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… - ha scritto Roby Facchinetti sui social -. Oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia".

In poche righe, tutto il dramma umano di D'Orazio e quello di un Paese vittima di un virus letale. "Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre…". Firmato: Roby, Red, Dodi, Riccardo.

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