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Fabio Fazio, impensabile piagnisteo: "Quando mi attaccano, tutti zitti"

 Fabio Fazio

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Fabio Fazio si racconta in una intervista a Il Corriere della sera e parla del suo modo di essere giornalista e di fare le interviste ai suoi ospiti a Che tempo che fa, su Rai tre, tutte le domeniche. Il conduttore è da sempre etichettato come "buonista" e di "sinistra". "Ho sopportato per anni l'etichetta di buonista, non è stato facile, mi creda. Non sono un buonista, cerco solo di non essere un professionista dell'aggressività", chiarisce Fazio. "Anche perché non lo so fare".

 

 

E ancora, spiega il conduttore, "ci sono giornaliste e giornalisti che vengono invitati in tv o che scrivono libri solo perché utilizzano l'arma dell'aggressività, dell'intrusione nelle vite degli altri. Ma così si smette di essere giornalista, si diventa qualcosa d'altro. Non dimenticherò mai la lezione che ricevetti da Fernanda Pivano. Mi disse che Hemingway una volta corresse un tema a sua nipote perché la bambina aveva iniziato il componimento con la parola 'io'. Ci vorrebbe meno 'io', secondo me".

 

 

La sua figura non è molto amata dagli elettori di destra, soprattutto dai salviniani ma questo Fazio non riesce proprio a spiegarselo: "E che ne so", sbotta. Non vuole essere assimilato alla sinistra: "Se così fosse, ogni volta la sinistra dovrebbe difendermi dagli attacchi, non crede? Invece, silenzio. Evidentemente non sono uno inquadrabile, sono un bersaglio facile perché non ho etichette anche se, certo, sono un progressista".

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