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Michele Guardì colpito dalla "sindrome di Flavio Insinna"

Daniele Priori
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Il Comitato sai che fa? Tirainsulti di qua e di là! A finire nel tritacarne mediatico dei fuorionda è il turno stavolta di Michele Guardì. Il regista, vero divo dell’Olimpo televisivo, lato Mamma Rai, è stato infatti beccato col sorcio (o meglio) con la parolaccia in bocca (come lo fu Flavio Insinna) alla sagra dei retrobottega tv con cui Le Iene, nella puntata andata in onda ieri sera su Italia 1, hanno collezionato il loro ennesimo malandrino scoop firmato da Filippo Roma. Ma che cosa ha detto e contro chi si è scagliato il regista da qualche mese ottantenne e ancora baldanzosamente alla guida de I Fatti Vostri? L’unico bersaglio mirato e preso in pieno è Giancarlo Magalli, storico conduttore del programma mattutino di RaiDue, che negli improperi del suo regista è stato messo alla pari di un quadrupede: «Cane Magalli!!! Levateloooo!!!», urla l’autore tv siciliano dalla voce famosissima e inconfondibile proprio perché nelle sue numerosissime trasmissioni e, in particolare ne I Fatti Vostri più volte nel corso delle puntate si fa vivo proprio con sonori richiami vocali, di solito ovviamente signorili ed eleganti, al massimo ironici come il grande maestro di televisione si è sempre presentato ed è comunemente riconosciuto.

Peccato che, si sa, specie nella furia di un lavoro frenetico come quello che c’è nel dietro le quinte delle trasmissioni tv, ogni tanto parte decisamente la “sciabbarabba”. Cosa che dev’essere evidentemente accaduta al buon Guardi che nella collezione di perle da manuale del bon ton di una volta, si scaglia contro almeno un paio di donne chiedendosi di una: «Che cazzo mastica la puttana?». Mentre su di un’altra signora nei paraggi, giocando col dizionario dei sinonimi si interroga: «Mi è passata dietro la troia per caso»? E vai a capire. Su un altro malcapitato, poi, Guardi torna letteralmente a sbroccare: «Ma levalo questo frocio di merda!». Il regista, raggiunto da TvBlog, si è difeso con serenità. «Sono cose vecchissime. È una vicenda pretestuosa, tirata fuori perché non hanno nulla da fare. La Rai non c’entra niente con questo. Se vogliono disturbare il mio rapporto con la Rai, hanno sbagliato obiettivo!», ha detto ancora Guardi definendosi indifferente rispetto all’intera vecchia vicenda. «Cercano di attaccarmi, ma non c’è nulla da dire. Hanno montato cose che in 5600 puntate si possono dire». 

 

 

A chi poi ha provato ad accusarlo di sessismo, Guardi ha ribattuto: «Nelle mie redazioni l’80% è donna. La capa del gruppo è una donna: Giovanna Flora. Se fossi omofobo metterei da parte le donne, starei solo con gli uomini e prenderei a calci le donne. Non sono cosi. Io con le donne sono non rispettoso... di più! Lo dicono i fatti, non le parole. Io mi giovo della loro capacità e della loro intelligenza, da sempre, non da ora». Lo stesso per quel che riguarda Magalli con il quale peraltro Guardi è tornato a collaborare dopo la guarigione dalla malattia che ha recentemente colpito il conduttore. E se la Rai, attraverso il suo ufficio stampa ci fa sapere, con un po’ di sarcasmo, che «valuterà se saranno intervenute novità rispetto a fatti di 12 anni fa», Giancarlo Magalli, raggiunto da Libero, la butta sull’ironia lasciando intendere come sia davvero acqua passata: «Sono più di 30 anni che con Guardi lavoriamo assieme. Ce ne siamo già dette di tutti i colori, ma sempre in amicizia. Conosco quei fuori onda e so a chi si riferiscono. È roba antidiluviana che lascia il tempo che trova. E poi, come ho già detto anche alle Iene, cosi avete reso noto solo quello che lui ha detto di noi. Per informazione completa dovreste anche rendere noto quello che noi diciamo di lui. Ma sempre in amicizia...». 

 

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