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Selvaggia Lucarelli insiste: a cosa servono i soldi per Mariotti?

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Prosegue il botta e risposta tra la giornalista Selvaggia Lucarelli e Matteo Mariotti, il ragazzo a cui è stata amputata una gamba dopo che, in Australia, lo ha attaccato uno squalo. Inizia tutto quando Lucarelli esprime le sue perplessità sulla raccolta fondi che gli amici del 20enne di Parma hanno organizzato. Lui ha appena vissuto l’incubo: un incontro ravvicinato con (probabilmente) uno squalo tigre che lo ha trascinato lontano dalla riva. È vivo per miracolo. Qualche giorno fa sbarca all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna: «Selvaggia, hai proprio fatto un grande errore con me», racconta, emozionato, nel corso di una conferenza stampa, «il male che mi hai fatto non lo puoi immaginare. Paragonata a uno squalo, sei molto più forte e pericolosa».

Si riferisce alle parole di Lucarelli che ha già espresso, sui social, i suoi dubbi circa una raccolta fondi avviata sul portale GoFundMe: Lucarelli si chiede a cosa serva tutto quel denaro (il tam tam ha raggiunto quota 61mila euro prima che l’iniziativa è stata bloccata), dato che in Italia le cure sono a carico del servizio sanitario nazionale. «È stato pessimo quello che è successo», rincara il ragazzo, «non ho fatto nulla per riceve tutto ciò, non è giusto».

 

 

Meno di ventiquattr’ore dopo arriva la replica della giornalista del Fatto. Un’intervista a La Stampa nella quale afferma: «Ci sono 30mila amputati all’anno, in Italia. Non si capisce l’eccezionalità di questa storia. Si direbbe che i protagonisti stiano giocando sul potere di richiamo che hanno le vittime in casi come questi». Poi torna sulla raccolta: «Mentre Matteo era ancora in ospedale a Brisbane, ho visto la raccolta fondi dei suoi amici per le spese mediche e ne ho chiesto il motivo dal momento che erano coperte da assicurazione sanitaria in Australia e in Italia sono gratuite. Un’amica sua mi ha risposto che non lo sapevano. Resta la grande domanda: a cosa servono quei soldi? Perché se vogliono fargli un regalo va benissimo, ma allora non si parli di spese mediche». Lucarelli si sfoga anche contro l’odio on-line che sostiene di aver ricevuto («insulti e minacce») a causa della vicenda: «Lo stesso Matteo ha detto che quando sarebbe tornato me l’avrebbe fatta pagare». È però Mariotti, al Rizzoli, che specifica come quel servisca «per la mia vita futura in cui avrò bisogno di aiuto. Anche per far arrivare la mia famiglia in Australia sono serviti tanti soldi».

 

 

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