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Geolier, il padre di Giogiò: "Impresentabile, uno dei miti del killer di mio figlio"

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Dopo le polemiche e il secondo posto al Festival di Sanremo, per Geolier un ritorno da eroe nella sua Napoli: il comizio al balcone - "loro hanno fischiato noi? E noi fischiamo loro!", ha arringato il suo popolo -, poi l'onorificenza cittadina concessa al rapper dal sindaco, Gaetano Manfredi. Onorificenza che però non è stata particolarmente apprezzata dalla famiglia di Giovanbattista Cutolo, detto Giogiò, il giovane musicista ucciso da un criminale minorenne lo scorso agosto con tre colpi di pistola in seguito a una banale discussione in un parcheggio.

La madre di Giogiò, Daniela Di Maggio, è stata ospite proprio a Sanremo, nella serata di apertura della kermesse, dove in lacrime ha ricordato il figlio. E proprio la signora aveva criticato Manfredi per la scelta di premiare Geolier: "Motivazioni indigeste, passa un messaggio sbagliato. Avrebbe dovuto dare una targa anche a mio figlio", ha commentato polemicamente.

Bene, dopo le parole della madre, ecco anche quelle del padre. Altrettanto dure e perfettamente allineate a quelle della consorte. Su Facebook, Franco Cutolo, ha scritto: "Fuitevenne", una citazione della celeberrima esortazione di Eudardo De Filippo. Quindi, la foto di Geolier che imbraccia un kalahsnikov dorato, immagine molto discussa in queste settimane e che arriva da una clip del pezzo Narcos.

Poi le parole del signor Cutolo: "Geolier è un ragazzo fortunato perché si è trovato spinto da un ingranaggio mediatico e pubblicitario che, a prescindere dal Festival di Sanremo, gli ha fatto intercettare il mood dei ragazzi. Ma ciò non giustifica la sua impresentabilità, la sua mancanza di cultura e di preparazione. Lo dico da artista che ha sempre rappresentato nel proprio teatro le minoranze, che ha dato spazio alla cultura popolare e alle culture subalterne ma qui, però, troviamo solo la cultura dell'efferatezza", ha premesso interpellato dall'agenzia di stampa Agi.

E ancora: "Ho saputo che Geolier è uno dei miti dell'assassino di mio figlio e non mi sorprende", picchia durissimo il signor Cutolo, che di professione è regista. Geolier andò ai funerali di Giogiò, si spese in un appello contro la violenza e ovviamente condannò l'omicidio. "Ma è retorica - riprende Franco Cutolo -, quel che conta è ciò che lui rappresenta: nel look, nel modo di parlare, nel modello che offre ai ragazzi della strada. Smettiamola, per favore, con il campanilismo becero per cui poiché è napoletano noi napoletani dobbiamo auspicare che vinca Sanremo un impresentabile. Questo campanilismo, questa autoconsolazione è la rovina di Napoli. Certi simboli fortificano la malavita e se la malavita si fortifica saranno uccisi altri Giogò che tanto potrebbero dare alla nostra città", conclude con parole che pesano come pietre.

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