Cerca
Logo
Cerca
+

Antonello Venditti attacca la polizia, gli agenti rispondono: scontro per la frase sui cortei

Daniele Dell'Orco
  • a
  • a
  • a

L’album “Cuore”, di Antonello Venditti, festeggia 40 anni dalla pubblicazione e il cantautore romano è pronto a lanciare il “Notte Prima degli esami 1984-2024 40th Anniversary”, progetto live che lo vedrà impegnato con una speciale anteprima all’Arena di Verona il 19 maggio e poi con tre concerti unici alle Terme di Caracalla a Roma il 18, 19 e 21 giugno. Forte del patrocinio del Ministero della Cultura, ieri il 75enne cantautore ha affiancato il Ministro Gennaro Sangiuliano nella presentazione di questo tour dal sapore vintage. Anche se a Venditti gli anni che passano non vanno troppo a genio. Ecco perché ha scelto di beccare Sangiuliano che dicendo «ha raccontato la mia generazione» sceglie per forza di cose il passato prossimo: «Guarda che è un problemaccio, parla di oggi», dice al Ministro dandogli del “tu”.

BOTTA E RISPOSTA

Poi Venditti, più velenoso del solito, incappa chissà quanto involontariamente nelle provocazioni dei giornalisti che sollecitano un suo commento sulle manifestazioni degli studenti (coloro in pratica che garantiscono eterna notorietà alla sua canzone) sedate dalle forze dell’ordine: «La polizia deve accompagnare le manifestazioni invece di opporvisi attacca Venditti -. In un paese democratico questo è un confine che non deve esistere. La polizia non deve stare da nessuna parte, deve accompagnare la libertà. Se la manifestazione è autorizzata la deve accompagnare e difendere».

Un periodo ipotetico già di per sé smentito dai fatti, visto che molte delle prodezze di quelli che più che studenti sono antagonisti di sinistra non sono mai state autorizzate. Anzi, prendendo ad esempio i cortei pro-Palestina svolti durante la Giornata della memoria, le iniziative hanno apertamente violato persino ordinanze specifiche. «Qualsiasi libertà va difesa- dice ancora Venditti-. Alla fine c’è sempre qualcuno che decide come deve andare la cosa, tante volte ci sono poteri esterni che creano una serie di impicci. Ma la democrazia non è scontro. Non ci vuole tanto a capirlo, ma poi per applicare queste piccole regole ci vuole tanto». Il riferimento ai «poteri esterni» ricorda molto la sua fase grillina, quando sposò la prima versione del Movimento che avrebbe dovuto aprire il Palazzo come una scatoletta di tonno, malgrado poi finire per diventare a propria volta pesce in scatola e nemmeno di alta qualità.

Immediata la replica del SIULP, il sindacato maggioritario del comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, il cui Segretario Generale, Felice Romano, spiega: «Auspico che nella concitazione del momento Venditti abbia frainteso il ruolo di chi, come i ragazzi che scendono in piazza per manifestare la loro idea in quel processo essenziale per la crescita idi una democrazia, e tutte le donne e gli uomini in uniforme che partecipano a garantire che i nostri giovani possano godere di quel diritto che la nostra Carta Costituzionale statuisce e che l’autorità di Pubblica Sicurezza garantisce, e di quelli che invece, e mi riferisco ai professionisti del disordine, non perdono occasione nemmeno di fronte alla spontaneità dei nostri giovani studenti per sfruttare ogni occasione e dando sfoggio di volenza gratuita e saccheggio delle nostre città in modo inusitato».

 

 

 

«COLOSSALI SCIOCCHEZZE»

Critiche anche dal governo, con Wanda Ferro, sottosegretario Fdi all’Interno, che definisce quelle di Venditti «colossali sciocchezze: la Polizia italiana è un presidio della democrazia, non si oppone alle manifestazioni; ma anzi con grande equilibrio e professionalità fa rispettare quelle regole che servono a tutelare la libertà di esprimere il dissenso, così come il diritto alla sicurezza di tutti i cittadini. Forse, con l’età, le bombe delle sei cominciano a far male», dice citando proprio una strofa di “Notte prima degli esami”.

Altro che guardare al presente, perché da uomo di sinistra, seppur critico, con le sue frasi Venditti palesa una certa nostalgia del Sessantotto, dimenticando che in un Paese democratico in cui tutti hanno diritto a manifestare, è proprio la Polizia che lo garantisce. Insieme all’ordine, peraltro. Quello che si ostinano a non voler rispettare quanti scendono in piazza violando leggi e regole di ogni genere, cambiando i percorsi dei cortei, forzando i servizi d'ordine, lanciando pietre e oggetti contro le divise o peggio ancora venendo a contatto con gli stessi agenti. Il tutto solo per rivendicare un inesistente e insensato «diritto al caos», adesso anche con la benedizione di Venditti.

 

 

 

Dai blog