La Procura di Milano ha chiesto un anno e 8 mesi per Chiara Ferragni nell'ambito del processo sul Pandoro gate. All'influencer viene contestato il reato di truffa aggravata. La richiesta dei pm è stata presentata al giudice Ilio Mannucci Pacini durante l'udienza predibattimentale per la vicenda del pandoro Balocco e delle uova pasquali Dolci Preziosi. Dolci che erano stati sponsorizzati dall'agenzia della Ferragni come legati a due diverse operazioni di beneficenza.
La stessa pena è stata chiesta anche per l'ex braccio destro dell'imprenditrice digitale, Fabio Maria Damato. Per Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia, è stato chiesto invece un anno. Alla prossima udienza, fissata al 5 dicembre, toccherà agli avvocati difensori, che molto probabilmente punteranno all'assoluzione. Il giudice, intanto, ha ammesso la costituzione di parte civile dell'associazione "Casa dei consumatori", l'ultima rimasta dal momento che altre associazioni hanno accettato accordi transattivi. In totale, considerando le sanzioni del garante del mercato e della concorrenza e i presunti danni, la Ferragni avrebbe versato già 3,4 milioni euro.
I tre imputati, attraverso i loro avvocati, hanno chiesto il rito abbreviato, che impone la riduzione di un terzo della pena. Pena che, per il reato di truffa aggravata, può andare da uno a cinque anni di reclusione. Alla riduzione della pena complessiva concorrono anche i risarcimenti già versati e il fatto di essere incensurati. L'influencer questa mattina era in aula ma è stata fatta entrare prima dell'orario di apertura degli uffici giudiziari per evitare l'assalto dei fotografi. E in aula, facendo dichiarazioni spontanee, ha detto: "Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede".




