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Checco Zalone spiana Valsecchi: "Poverino, che dolore". Una questione di soldi

sabato 27 dicembre 2025
Checco Zalone spiana Valsecchi: "Poverino, che dolore". Una questione di soldi

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Con l’uscita del suo nuovo film Buen Camino, Checco Zalone rialza il sipario su una delle tensioni più chiacchierate del cinema italiano: quella con il suo ex produttore Pietro Valsecchi. In un’intervista al Corriere della Sera, l’attore non ha evitato di confrontarsi con le accuse mossegli dall’ex partner, replicando con ironia e fermezza. 

Il dissidio ha radici profonde nella carriera condivisa tra Zalone e Valsecchi. Fu quest’ultimo a scoprirlo, dopo che suo figlio gli suggerì di guardare il comico pugliese in tv. L’incontro — secondo Valsecchi — avvenne a Cortina, durante una vacanza innocua: “Loro portarono la mozzarella, io li accolsi col tartufo”. Da quel momento nacque un sodalizio cinematografico che portò a successi record con titoli come Cado dalle nubi, Che bella giornata, Sole a catinelle, Quo vado? e Tolo Tolo

Tuttavia, secondo Valsecchi, qualcosa si è rotto: Zalone — ha detto — “è diventato ossessivo, molto attento ai soldi” e, soprattutto, “voleva essere accettato dall’intellighenzia di sinistra”.  A detta del produttore, Zalone avrebbe perseguito un cambiamento di immagine, magari a scapito dell’ironia facile che lo aveva reso famoso — una scelta che Valsecchi ha valutato come una perdita e un tradimento degli accordi iniziali. 

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Di fronte a queste dure accuse, Zalone non si è tirato indietro. Ha spiegato di aver appreso certe ricostruzioni proprio dall’intervista di Valsecchi, con una battuta che non nasconde sarcasmo: “L’ho scoperto anch’io da questa splendida intervista. Ma spesso i giornalisti riportano in maniera difforme. L’ho capito dai congiuntivi: che erano tutti giusti". E su quei giudizi — secondo Valsecchi duri e definitivi — Zalone rilancia: “E dice che avrei fatto Tolo Tolo per piacere all’intelligentsia di sinistra. In realtà, sono attento al denaro proprio per poter finalmente piacere all’intelligentsia di sinistra (Checco ride).” 

Poi rincara la dose: “Peraltro Tolo Tolo è andato benissimo, anche se da me si aspettavano altro. Quo vado? ha incassato 65 milioni. Tolo Tolo ‘soltanto’ 48. C’è un Burri in meno nel salone di Valsecchi. Uno spazio vuoto nella parete. Che dolore”. 

Alla domanda diretta — se davvero aspiri a piacere al mondo della sinistra — Zalone non si sottrae, ma risponde con una sincerità pragmatica: “Non mi sono mai posto il problema di piacere a qualcuno. Non penso di essere mai stato paraculo.”  Il comico poi ricorda un suo vecchio lavoro: un trailer intitolato “Immigrato…”. Con quel pezzo — che prendeva in giro l’ossessione italiana sull’immigrazione — secondo Zalone aveva provato a smarcarsi da certe letture facili, ma ben presto “le cose vengono sempre etichettate”. 

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Il nuovo film — Buen Camino — è anche e soprattutto l’occasione per ufficializzare la fine del rapporto con Valsecchi e l’inizio di una nuova fase produttiva. Zalone torna a lavorare con il regista storico Gennaro Nunziante, ma con una produzione diversa. In proposito, il comico si è mostrato pungente nei confronti del mestiere del produttore: “Io i ruoli nel cinema un po’ li ho capiti: c’è il regista, l’attore, il direttore della fotografia. Cosa fa il produttore non l’ho capito. Tesse rapporti, fa le cene, apre bottiglie…”. E aggiunge: “Mette i soldi”. Alla puntualizzazione “E, se va bene, ne fa", choisa un taglietnissimo Checco Zalone.