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Otto e Mezzo, "vedova di Giuseppe Conte": Matteo Renzi asfalta Lilli Gruber, occhio alla sua reazione

Andrea Valle
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Un plotone di penne rosse per Matteo Renzi. A organizzare l'esecuzione mediatica, ieri sera, ha provveduto Lilli Gruber che a Otto e mezzo, su La7, aveva allestito un tavolo con al centro l'inchiesta sulla Fondazione Open e il caso dei conti personali del leader di Italia Viva svelati dal Fatto quotidiano. Il cui direttore, Marco Travaglio, naturalmente era in trasmissione insieme al direttore della Stampa, Massimo Giannini. Un attacco incrociato in piena regola nel quale Renzi, però, non ha accettato il ruolo di condannato sacrificale. «È un hackeraggio di Stato», ha contrattaccato l'ex premier puntando dritto su Travaglio. «Hanno preso il telefonino di centinaia di persone. Hanno preso illegalmente il mio conto corrente e lo hanno spiattellato in prima pagina».

 

 

LA MAIL INCRIMINATA
A scatenare la rissa anche un documento inviato dal giornalista Fabrizio Rondolino a Renzi con un presunto piano per screditare gli avversari politici e svelato appunto dal Fatto. «Io sono qui per dire la verità dei fatti. Questa email è stata inviata da Rondolino come ipotesi di scuola, alla quale ovviamente nessuno ha dato corso», è stata la replica del leader Iv. «Per distruggere il M5S è bastato farli governare. Per distruggere il Fatto basta il pregiudicato Marco Travaglio, perché è un diffamatore seriale, è un campione europeo di diffamazione... Il Fatto è il vitalizio per me e la mia famiglia». Parole leggere, insomma. Ma Renzi non si è fermato qui è ha portato l'attacco anche sul piano politico. «La verità è che a Travaglio rode perché ho mandato a casa Conte. È per questo che c'è questa campagna di odio contro di me», ha spiegato davanti alle telecamere senza preoccuparsi di risparmiare nemmeno la conduttrice: «Lei Gruber è una vedova di Conte!», ha detto lasciando interdetta la giornalista che, alla fine, è riuscita a salutare Renzi con un: «Grazie senatore Conte!».

 

 

SOLDI E CONFERENZE
Altro round, il capitolo delle conferenze e dei guadagni del senatore di Italia Viva: «Nel 2018 venivo dall'esperienza di capo del governo, ed ero stato accusato dai media di aver rubato i soldi sui sacchetti di plastica», ha replicato Renzi. «Allora ho detto che chi viene da un'esperienza di governo non può arricchirsi. Altro discorso è per un senatore, io prendo soldi per l'attività di conferenziere e pago le tasse regolarmente in Italia», ha spiegato Renzi. Che poi non ha risparmiato neanche il direttore della Stampa, Giannini «costretto a risarcire Marco Carrai per un articolo scritto nel 2016 quando era a Repubblica». E a conferma delle sue parole, dopo la trasmissione l'ex premier ha diffuso su Twitter un post con la lettera e l'assegno inviati da Giannini a Carrai. Incontro finito. Si spengono le telecamere su vincitori e vinti. Tra questi ultimi, forse anche i telespettatori.

 

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