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Stasera Italia, Friedman di sasso: il momento in cui capisce di aver fallito

Claudio Brigliadori
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A sinistra sono maestri nel fare e disfare, tutto da soli. Ma Alan Friedman ha battuto ogni record, arrivando di fatto a darsi del Tafazzi. Del "fesso", direbbero i più scurrili. Il giornalista americano, ormai italiano d'adozione, è il punto di riferimento dei progressisti di casa nostra in continua ansia da conferme.

Così accade anche quando Alan parla di politica. Poniamo che da mesi avesse assicurato che all'estero pensano che Giorgia Meloni sia una pericolosa fascista. Bene, significa che effettivamente la leader di Fratelli d'Italia «è fascista». Cosa vuoi che ne sappia il povero e incolto elettore di Formia, Castelvetrano, Lucca o Pordenone rispetto all'uomo che parla con il grande speculatore di Manhattan? Poi succede che «la fascista Meloni» non vince ma stravince le elezioni, in Borsa non accade nulla di drammatico e il povero e incolto elettore di Formia, Castelvetrano, Lucca o Pordenone si chiede: «Ma perché l'uomo di mondo Friedman non ci ha preso?».

 

A rispondere è sempre lui, ovviamente. Ospite di Barbara Palombelli a Stasera Italia, su Rete 4. «Certo, è anche chiaro che chi diceva che la destra è fascista aiutava i post-fascisti a vincere, Giorgia Meloni ne ha beneficiato».

 

Quindi viene da pensare: o a sinistra sono tutti, compreso lui, collaborazionisti del nemico oppure volano talmente alto da riuscire a scorgere il loro fallimento solo un minuto dopo essersi schiantati a terra. «Parlare di Ius scholae e questioni di gay non è attraente per la gran parte dell'elettorato. A me i diritti civili importano e vorrei sperare che la Meloni è sincera quando dice che non vuole toccare la 194 (la legge sull'aborto, ndr). Io spero che ci sarà una conservazione dei diritti civili». Magari potrebbe chiedere lumi al profeta Fassino, o a Enrico Letta. L'uomo che voleva spiegare alla Meloni cosa vuol dire essere donna.

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