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Sgarbi lascia di sasso Myrta Merlino: "Perché ha detto Lambrusco"

Claudio Brigliadori
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«La chiave è il Lambrusco». Il giallo degli audio rubati a Berlusconi ormai è già diventata mitologia pop. Il governo di centrodestra rischia di incepparsi prima di nascere? Pazienza. Anzi, chissenefrega. Ad affascinare l'Italia è ancora una volta il Cavaliere viveur, uomo di mondo abituato a lussi inarrivabili eppure con una passione incorreggibile per il "basso", il quotidiano, il proletario. 

 

Il Lambrusco, appunto. «Esiste un partito che si chiama Forza Italia ed è di Berlusconi, gli altri non sono deputati o ministri ma assolutamente dipendenti sul piano psicologico e politico da Berlusconi», spiega Vittorio Sgarbi, in collegamento con L'aria che tira su La7. Il dibattito parte sul piano più immediato, quello politico. Ma il professore lo fa deragliare nel giro di pochi secondi. «Oggi certo c'è una contraddizione, ci sono due Berlusconi: c'è un Berlusconi che fa le riunioni di partito e il Berlusconi del Lambrusco. Il Lambrusco spiega qualcosa di inspiegabile e io lo so bene, perché è il vino che ha scelto per Putin perché gliel'ho detto io».

 

Myrta Merlino trasecola. «Andando a pranzo da lui, io bevo solo Lambrusco. Lui non lo beveva, beve poco vino ma sono circa due anni che gli porto il Lambrusco. Non è un vino nobile, è una cosa cossighiana». Berlusconi come Cossiga, insomma, un nuovo devastante picconatore. «In lui si muove questa dimensione pubblica e privata. In quella pubblica è il leader di Forza Italia che fa quel discorso. Cosa c'entra l'audio rubato?». Qualcuno gli consiglia: «Meno Lambrusco, così si evitano problemi». Ma l'esegesi di Sgarbi è serissima: «Qua si tratta di capire Berlusconi. Perché ha detto Lambrusco e non Barolo o Chianti? Perché è Berlusconi, un uomo capriccioso che ha una capacità formidabile di far convivere il leader e l'uomo che ha fatto cose nel suo spazio privato, del tutto legittime e materia di grotteschi processi». Frizzantino, diciamo.

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