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"Frajese ci è morto". La drammatica rivelazione sul volto del Tg1

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Angela Buttiglione è un pezzo di storia del giornalismo italiano e in particolare della Rai: è stata la prima donna a condurre il Tg1 delle 20. Intervistata da Concetto Vecchio per Repubblica, la Buttiglione ha parlato senza peli sulla lingua di qualsiasi argomento. A partire da quanto era competitivo il mondo Rai: “Può immaginare. Ma mi sono data subito una regola: non dare adito a pettegolezzi, stroncarli subito. Mi sono totalmente concentrata sul lavoro”.

 

 

L’ex mezzo busto del Tg1 ha poi espresso dei giudizi su alcuni suoi colleghi storici: “Bruno Vespa? Molto sicuro di sé, ma permaloso, pretendeva che la sua indubbia bravura fosse riconosciuta. Paolo Frajese? Un pazzo scatenato. Grande cronista. Il suo servizio su via Fani, il giorno che rapirono Aldo Moro, andrebbe studiato nelle scuole di giornalismo. Emilio Fede? Ho condotto con lui molti telegiornali. Gli davo dei gran calci sotto il tavolo, perché si distraeva, faceva casino”. All’epoca la conduzione del Tg1 dava una popolarità enorme: “Ricordo che una volta mi presentai in un ristorante che aveva chiuso la cucina e la riaprirono per me e i miei amici”.

 

 

“Per molti - ha confidato la Buttiglione - andare in video è stata una droga. Frajese ci è morto. Ricordo che fu io a comunicargli che la Rai non gli avrebbe rinnovato il contratto di corrispondente da Parigi. Non riusciva a farsene una ragione. Poco dopo ha avuto l’infarto fatale”. Ma cosa intende per “droga” l’ex mezzo busto della Rai? “Intanto i soldi che ti danno - ha risposto - e poi la grande notorietà. Il Tg1 faceva otto milioni di telespettatori. Ciò offriva molte lusinghe: partecipazioni a convegni o tavole rotonde, collaborazioni. Diventavi famoso”.

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