Massimo Giannini senza vergogna: se pesti un agente di polizia...

di Ignazio Stagnovenerdì 24 marzo 2023
Massimo Giannini

Massimo Giannini

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Il codice penale? Lo riscrive il direttore de La Stampa, Massimo Giannini a Otto e Mezzo, il talk show di Lilli Gruber su La7. Come sempre molto preso nell’attaccare la Meloni sul fronte migranti, per difendere il principio delle “porte aperte” Giannini va oltre e depenalizza alcuni reati. «Vi racconto una mia esperienza personale. Ho visitato - afferma il direttore del quotidiano di Torino - il carcere di San Vittore a Milano. Ho visto con i miei occhi il settore dei detenuti “critici”», questa è la premessa.

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Poi arriva la bordata: «Lì ci sono diversi detenuti, ragazzi, immigrati, irregolari e clandestini. Ma sono ragazzi che sono lì per non-reati come ad esempio la mancanza di documenti o resistenza a pubblico ufficiale». Insomma, arrivare in Italia senza documenti e insultare o picchiare un agente a quanto pare per il “codice-Giannini” non costituisce reato. Eppure quei detenuti sono a San Vittore perché dalla procura un giudice ha ritenuto giusto, legge alla mano, prevedere misure cautelari. Pur di attaccare la Meloni si usa anche la rivisitazione del codice penale.

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L’ultima spiaggia di una sinistra alla frutta. Fuori dai “giornaloni” che si occupano di tenere alta la linea del governo “disumano”, ci ha già pensato Nicola Fratoianni a carezzare la testa di chi alimenta gli sbarchi sulle nostre coste. Solo qualche giorno fa a L'Aria che tira ha avuto il coraggio di «depenalizzare» pure i reati degli scafisti: «Sono ragazzini in mare, non sono il cuore della tratta degli esseri umani». Va bene la critica, ma almeno lasciate in pace le procure, il codice penale e quelle leggi che ancora funzionano nel nostro Paese.