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Non è l'Arena, su Giletti una bomba da 150mila euro: voci a La7

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Perché è stata chiusa la trasmissione di Massimo Giletti, Non è l'Arena? La motivazione ufficiale non è ancora nota, ma le ipotesi sono innumerevoli. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano Il Foglio, il giornalista Salvatore Merlo non avrebbe dubbi in merito: “Chissà perché viene raccontato come un mistero. Urbano Cairo ha chiuso il programma di Massimo Giletti su La7, quello grazie al quale l’Onu è stata sul punto di inserire l’Italia nell’elenco dei paesi sottosviluppati, perché ormai Giletti gli faceva perdere una barca di soldi”. Pare che la situazione fosse diventata “insostenibile”, con circa 150mila euro di passivo ogni puntata. 

 

 

 

Secondo Merlo, il talk show di Giletti sarebbe costato circa 200mila euro a puntata contro un massimo di 150mila euro a puntata per i più seguiti, e in cambio aveva “una raccolta pubblicitaria compresa tra i 50 e i 60mila euro. Dunque in passivo. Assai in passivo”. Secondo il Foglio, il fiore all’occhiello di Cairo sarebbe invece Otto e mezzo di Lilli Gruber: minima spesa, massima resa di pubblicità. 

 

 

 

“Persino Giletti era consapevole del calo degli introiti pubblicitari. E se ne lamentava. Però più andava male, più lui si spingeva su temi controversi, per così dire. Compresa la mafia e la stagione delle stragi – scrive Merlo -. Addirittura pare che a un certo punto il famoso Salvatore Baiardo, il mezzo mafioso che lui ospitava a pagamento, si sarebbe offerto di (…) trovare lui aziende interessate a investire nella pubblicità di Non è l’Arena”. 

 

 

 

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