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Striscia la Notizia, da Fazio a Baglioni: Ricci fa la permanente a tutti

Fabrizio Biasin
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Antonio Ricci, banalmente, se ne fotte. Del resto lo ha sempre fatto. Nella conferenza/sequestro di persona (due ore secche) andata in scena nella fortezza di Cologno, il papà del Tg dei Tapiri (Striscia) si prende la scena come Raffaella Carrà e tira mazzate come Antonino Cannavacciuolo. E meno male, aggiungiamo noi, ché del politicamente corretto ci siamo francamente rotti i santissimi.
Prima i convenevoli. Striscia la Notizia riparte come ogni anno. A sentire Ricci l’ambaradan durerà di meno («Quest’anno Striscia finirà alle 21.25. In passato chiudevamo più tardi per sopperire alla debolezza del prime time della rete.

Adesso l’azienda è sicura di avere prime serate forti, quindi noi ci ritiriamo prima»), al tavolo inizialmente siederanno Vanessa Incontrada e Alessandro Siani, ci saranno le veline (Cosmary Fasanelli, Anastasia Ronca), gli inviati con i tapiri e altri ammennicoli, il Gabibbo. Il via lunedì con un nuovo sottotitolo: “La voce della veggenza”. Fine dei convenevoli, sotto con Ricci.

Si parte con una promessa, le mazzate bipartisan: «Siamo e restiamo la trasmissione del dubbio e della provocazione e per quanto riguarda la politica continueremo a non guardare in faccia a nessuno». E in effetti sfotteranno la Meloni (e il ministro Crosetto) con il cartone animato Fascia e Orso, ma pure la Schlein, la cui caricatura sarà affidata a Giuseppe Longinotti («Non temo la polemica sul fatto che sia un uomo - spiega Ricci - affrontiamo a viso aperto ogni discussione. Noi siamo inclusivi e non abbiamo preclusioni su nulla. Se ci sarà una polemica non è perché l’abbiamo cercata di proposito»). Ma stiamo sbrodolando con il “markettese” e, invece, vogliamo riportarvi le bordate.

 

 

 

Sui palinsesti cambiati come mai prima d’ora e, in particolare, su Fabio Fazio: «Fazio che lascia la Rai? Ha fatto bene perché è inutile restare in un posto dove sei solo sopportato. Poi c’è la sua parte da vittima, che è da Oscar. Ha fatto capire di essere stato cacciato quando aveva un contratto forse già da settembre facendosi spalleggiare dalla schiera di tutti i suoi “supportatori”. Io non sono per le faine che soffrono». E ancora, sulla Berlinguer: «Bianca a Rete4? Non ci trovo nulla di strano, la sorella lavora qui da tempo, lei tra l’altro farà la stessa trasmissione che faceva su RaiTre, cambia solo il canale».

Quindi, Myrta Merlino: «Non sono ancora riuscito a vederla, ma in realtà non l’ho mai seguita: so solo che è la fidanzata di Tardelli. Certo va a sostituire Barbara d’Urso che sembrava un pilastro di Mediaset e, invece, è stata giubilata. Sul perché ci sono varie teorie, io ho sentito Barbara, volevo farla uscire dal Gabibbo nella prima puntata... A gennaio quando vuoterà il sacco ci saranno sorprese clamorose». I dirigenti Mediaset ringraziano.

 

 

 

FIUME IN PIENA

Ricci è il solito fiume in piena e passa ai suoi “migliori nemici”, Baglioni per dire. «È una figura molto triste, lo è sempre stato. Io combatto questi “mezzi preti”. È un antidemocratico che ha chiesto e ottenuto il sequestro di un libro, una cosa oscena. Un fatto di una vigliaccheria totale. Invece di rispondere alle critiche ha usato la forza pubblica. I libri si criticano, ma non si sequestrano. Ci sarà un processo, una prima fase si è svolta a nostro favore. Io spero che si presenti in Tribunale, perché quello sì che sarà uno spettacolo». E poi i “Pacchi” di Rai 1, da sempre nel mirino di Striscia: «Sulla tv commerciale va in onda un programma da Servizio Pubblico, mentre la tv di Stato promuove il gioco d’azzardo: vi dovreste indignare». Suvvia, son pur sempre pacchi.

Fine, anzi no. Ricci ci tiene a festeggiare i 40 anni di un suo show storico, il Drive In. In sala alcuni dei grandi autori del programma, tra gli altri anche Gino e Michele, ma anche Marco Santin e Giorgio Gherarducci della Gialappa’s. L’occasione è buona per ricordare Gianfranco D’Angelo, gigante della comicità scomparso a Roma il 15 agosto del 2021 all’età di 84 anni, a cui il sciur Antonio ha deciso di dedicare il piazzale antistante gli studi. A quel punto il grande autore sembra addirittura commuoversi e nella mente di noi presenti si accendono due sinapsi. La prima: anche i Ricci piangono. La seconda: speriamo che il buffet sia all’altezza. 

 

 

 

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