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In onda, Maurizio De Giovanni la spara: "I Cpr sono campi di concentramento"

Maurizio De Giovanni

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Maurizio De Giovanni, in collegamento con Luca Telese e Marianna Aprile a In onda, su La7, nella puntata del 24 settembre, usa parole durissime sui Cpr: "Quando scappi dalla morte certa, scappi in ogni modo. Non è che questi sono pazzi o suicidi, questi sono disperati. E continueranno ad arrivare. Loro arrivano e sorridono perché per loro qualsiasi condizione è migliore di quella da cui vengono. L'unica possibilità è quella di ricorrere alla ridistribuzione europea dei flussi", premette lo scrittore napoletano. "Io voterò alle europee chi si metterà in movimento per questo".

 

 

Quindi attacca: "Poi scusatemi, chiamiamoli con il loro nome", questi Cpr, "si chiamano campi di concentramento e rispondono alle stesse identiche caratteristiche che avevano Dachau, Auschwitz e Bergen belsen. Guardiamo in faccia la realtà". Parole che fanno infuriare Giubilei, che ribatte: "Paragone inaccettabile, non li può paragonare, non è rispettoso per gli ebrei che sono stati veramente nei campi e sono morti".

Qui l'intervento di Maurizio De Giovanni a In onda

"Io chiamo le cose con il loro nome", insiste Maurizio De Giovani "e concentrare un gruppo etnico in un posto a bassa densità abitativa dal quale non si può uscire, contro la volontà di chi ci sta dentro, ha un nome e un cognome. E questo è fuori discussione. Poi non uccideremo nessuno, non procederemo a nessun sterminio e su questo non c'è dubbio",

 

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