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Che tempo che fa, su Patrick Zaki è censura totale: un caso da Fabio Fazio

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Fabio Fazio è partito con il botto nella sua nuova esperienza con Discovery. Il debutto di Che tempo che fa su Nove ha fatto registrare oltre 2 milioni di telespettatori e il 10,5% di share: numeri mai visti da queste parti. E il conduttore non ha avuto neanche bisogno di giocarsi la carta Patrick Zaki: doveva essere l’ospite di punta, ma l’aver definito Netanyahu un “serial killer” ha fatto saltare tutto. 

D’altronde la puntata è stata incentrata quasi unicamente sul conflitto tra Israele e Hamas, e le tesi di Zaki, dopo il polverone sollevato dall'attivista, era meglio tenerle lontane dallo studio. Quest’ultimo ha fatto sapere all’Ansa che ha chiesto all’agente dello studente egiziano di spostare la sua ospitata più avanti. Ma, fatto davvero curioso, Zaki non è stato neanche nominato per tutta la puntata, a differenza di Roberto Saviano, che invece è stato ampiamente difeso per la condanna per diffamazione nei confronti di Giorgia Meloni. Tornando a Zaki, nelle ultime ore ha provato a correggere il tiro, dopo che le dichiarazioni contro il premier israeliano avevano fatto molto discutere. Insomma, su Zaki cala una sorta di censura totale.

 

 

 

“Io non ho nulla a che fare con Hamas - ha precisato al Corriere della Sera - sono cristiano e sono di sinistra, non sono un integralista islamico. In Egitto quelli come me vengono uccisi dagli integralisti islamici. Io sono per la Palestina, non per Hamas. E spero che tutti gli ostaggi siano liberati. Tutti, a cominciare dagli italiani. Non dimentico che l’Italia si è battuta per la mia libertà. Io sono contro l’attuale governo di Israele e le politiche che ha seguito negli ultimi anni. E non sono l’unico a pensarla così: le azioni di questo governo sono state criticate, sia in passato sia in questi giorni, da diversi Paesi, compresi gli Stati Uniti”.

 

 

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