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Che tempo che fa, Grossman gela la sinistra: "Hamas male unico ed estremo"

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"Questo è un male assolutamente unico, estremo. E' un male che non abbiamo mai conosciuto prima". A denunciare l'orrore di Hamas non è un pericoloso sionista, un ultrà di Israele senza se e senza ma, ma David Grossman

Il grande scrittore israeliano, simbolo della sinistra interna che si oppone alle politiche durissime di Bejamin Netanyahu e chiede il dialogo con i palestinesi, in collegamento con Fabio Fazio a Che tempo che fa su Discovery arriva là dove non osano i progressisti di casa nostra.

 

 

 

Grossman, nel pluri-decennale confillo israelo-palestinese, ha pagato personalmente un tributo di sangue altissimo, con la morte del figlio Uri, appena 20enne, colpito da un missile sul fronte della guerra contro Hezbollah in Libano nel 2006. L'intellettuale, insieme ai colleghi Amos Oz e Abraham Yehoshua, già all'ora era uno dei sostenitori della convivenza. Dopo quasi 20 anni, e di fronte al più grave eccidio di civili nella pur giovane storia dello Stato ebraico, la sua accusa senza mezzi termini nei confronti dei terroristi di Hamas risulta proprio per questo ancora più pesante.

 

 

 

"Certo, Israele ha commesso tanti errori negli anni - ha spiegato Grossman -. Ma questo è un male assolutamente unico, estremo, come non lo abbiamo mai conosciuto prima. Non è possibile paragonare neanche i 56 anni di occupazione con questo massacro brutale, perché il massacro aveva uno scopo: quello di colpire civili totalmente inermi". Un punto su cui molti esponenti della sinistra italiana sembrano voler sorvolare, confondendo le ragioni dei palestinesi e quelle dei jihadisti. 

 

 

 

"Essere esposto a una brutalità così incredibile, a questo male totale, ti fa non voler essere in quel mondo che permette dei comportamenti di questo genere. Hai la sensazione che la tua mente non possa contenere tutto questo, che la lingua non possa esprimere ciò che è stato fatto". Restano le sue altrettanto dure critiche ai falchi del suo Paese. "C'era un patto dietro l'idea della fondazione dello Stato di Israele, di garantire un posto sicuro per gli ebrei. Hanno tradito quel patto. E ora la nostra paura è quella di perdere il nostro Paese, e di pagare un prezzo troppo grande". Riflessione che non toglie nulla, e anzi aggiunge qualcosa alla lezione impartita ai presunti pacifisti nostrani.

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