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Giulia Cecchettin, Federico Rampini: "Sono indignato", schiaffo alle femministe

Claudio Brigliadori
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La settimana della rabbia si è trasformata nel weekend dell’ipocrisia. La sinistra indignata per la morte di Giulia Cecchettin chiama a raccolta l’Italia contro il patriarcato e ne approfitta per infarcire i comizi di interventi contro Israele. Un drammatico fatto di cronaca nera usato come specchietto per le allodole. Intanto, si insulta chi fa notare l’incongruenza. Nel variegato mondo progressista c’è anche qualcuno che ha il coraggio di alzare la mano e dire: occhio, qualcosa non torna.

Federico Rampini, ex corrispondente di Repubblica oggi al Corsera, inaugura il nuovo appuntamento della domenica sera con Stasera Italia su Rete 4 con una bella rampogna alla manifestazione organizzata da Non una di meno a Roma. «Sono rimasto colpito e un po’ indignato dalla presenza degli striscioni palestinesi nella manifestazione per le donne - sottolinea -. La Palestina di Hamas non è un modello di rispetto di diritti delle donne, anzi Hamas ha usato sistematicamente purtroppo gli stupri delle donne come strumento di guerra».

Rampini ha visto da vicino il MeToo, fenomeno (non solo) mediatico che molti hanno paragonato proprio alla campagna anti-patriarcato di questi giorni. «Un movimento che ha coinvolto soprattutto delle celebrity molto importanti nel mondo dello spettacolo. Sicuramente in certi casi ha colpito dei maschi prevaricatori, aggressivi, criminali, il più famoso di tutti è il produttore Weinstein, che è in galera giustamente per tutto il male che ha fatto a tante donne. In altri casi ci sono state invece delle situazioni più ambigue, controverse, regolamenti di conti tra celebrity multimilionarie - nota Rampini -. Non sono sicuro che abbia avuto degli effetti diffusi nella società civile americana». E la «rieducazione dei bambini», conclude, è operazione di «lunga lena».

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