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Mauro Corona, "botte e sangue in casa": perché sua madre è fuggita

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Un faccia a faccia tanto doloroso quanto illuminante, quello tra Mauro Corona e Pasquale Guadagno andato in scena nella prima parte di E' sempre CartaBianca, su Rete 4. Bianca Berlinguer affronta il tema dei femminicidi e della violenza sulle donne in famiglia, ambito privilegiato di questo orrore. Lo spunto di cronaca l'ha tristemente offerto l'omicidio della 22enne Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta finito in carcere a Verona dopo essere fuggito per una settimana ed essere stato arrestato in Germania. 

In studio c'è Pasquale, orfano di femminicidio. Aveva appena 14 anni quando ha visto suo padre uccidere la madre: "Io ero abituato a vedere la violenza in casa - ricorda il ragazzo - ma non riuscivo a capire, per me era diventata la normalità. Se non fai qualcosa per fermarla, la violenza passa di generazione in generazione".

 

 

 

Una profezia nera confermata da magistrati e psicologici. E anche Corona dà la sua drammatica testimonianza: "Quando mia mamma ci lasciò, per non essere uccisa, io avevo sei anni e mio fratello più piccolo solo quattro mesi. Vedevamo botte e sangue, mia madre è stata in coma tre volte, mio padre era arrivato anche a buttarle addosso una pietra".

 

 

 

Una violenza che si aggiunge a violenza, visto che settimana scorsa lo scrittore-montanaro aveva ricordato come già il nonno fosse solito picchiare la nonna, al punto da rischiare di cavarle un occhio dopo una banale lite domestica. Anche per questo, sottolinea l'opinionista fisso della Berlinguer, "è giustissimo manifestare contro la violenza: solo nella giornata di oggi altre due donne sono state uccise per mano di uomini violenti". "L'amore è fidarsi dell'altro - riflette ancora Corona -. La richiesta di controllare il cellulare del partner è la prima avvisaglia: lo 'schiavismo dell’amore' non può esistere. Sono gelosie morbose e malate".

 

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