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Prima di domani, Mario Giordano inchioda l'Ue: "Cosa abbiamo visto il 29 dicembre"

Roberto Tortora
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Mario Giordano, giornalista e conduttore di Fuori dal Coro interviene in sostegno delle proteste degli agricoltori che stanno agitando mezza Europa e lo fa dallo studio di Prima di Domani, il nuovo programma di cronaca e attualità di Bianca Berlinguer, in onda dal lunedì al venerdì, alle 20.30, su Rete4.

È noto che gli agricoltori e gli allevatori di Germania, Francia, Romania, Belgio e Italia stanno protestando contro le politiche del Parlamento europeo, a pochi mesi dalle elezioni. Dagli accordi al ribasso fino alle norme sull’abbandono dei terreni, sono tanti i temi di scontento per gli operatori del settore. L’Europa, del resto, è responsabile di oltre il 50% del reddito degli agricoltori del Vecchio continente, attraverso la PAC (Politica agricola comune).

 

 

 

Gli organizzatori di queste agitazioni spiegano di “non essere contro i governi nazionali” e che le loro problematiche “sono soprattutto legate alle decisioni di Bruxelles”. Giordano si schiera apertamente con le proteste in corso: “L’Italia non è immune, perché poi le politiche europee devono essere applicate anche da noi. L'abbiamo visto il 29 dicembre, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del provvedimento che porta all'introduzione della farina di locuste, di grilli anche in Italia".

 

 

 

"Lo vediamo - prosegue Giordano - con l'applicazione di tutte le politiche green che portano alla sostituzione dei macchinari. Noi ne abbiamo raccontate diverse, dalla Puglia ai risicoltori di Vercelli che si vedono sostituire interi campi da spianate di pannelli solari, che non vengono messi in zone non coltivate sui fabbricati, ma togliendo spazio alle coltivazioni".

 

 

 

"Quindi – spiega il giornalista Mediaset - c'è un'intera politica che parte dal presupposto che il coltivatore, l'allevatore è inquinante e, siccome inquina, bisogna quindi ridurre coltivazioni e produzioni che portano alla morte dell'agricoltura. Al di là delle infiltrazioni che potranno sempre esserci o no, la disperazione degli agricoltori è una disperazione vera”.

 

 

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