Ci volevano tre "sbarbatelli" per battere le supercampionesse di Reazione a catena, il quiz show del preserale di Rai 1 condotto da Pino Insegno. Grossa sorpresa in studio, con i giovanissimi Biagio, Leonardo e Riccardo, alias "Gli Appuntamenti", tutti studenti neo-laureati o laureandi e residenti a Roma in un collegio universitario. Sono loro a battere le Trerapiste, aggiudicarsi la partita e approdare all'Ultima catena, per il giubilo dei telespettatori che su X da giorni tifavano per un cambio della guardia nell'attesa di campioni a loro dire più simpatici e preparati. Per questo il successo degli Appuntamenti è stato salutato con enfasi dagli appassionati sui social, prima dello spiacevole colpo di scena finale.
Approdati all'Ultima catena con un montepremi di 85mila euro, non dei più ricchi, i neo-campioni sbagliano tutto quello che si poteva sbagliare e concludono con la miseria di 333 euro. Perlomeno però riescono ad aggiudicarsi la vittoria e il gruzzoletto indovinando la parola che collega "Croce" e "Angelo", vale a dire "Tesoro". Gioia contenuta da parte dei vincitori e sfottò in Rete.
"Certo che 333 euro... Saranno più bravi sicuro", "Non ho visto la partita dite in molti che sono bravi ma il montepremi era bassino senza il conteggio delle parole", "I livelli restano scarsi. Il format non si tocca ma se dovessi reinventare le regole darei un'importanza relativa e non assoluta all'ultima sfida", "Le grandi vincite di questo programma...", "I nuovi campioni tuttavia, sono molto bravi e potrebbero fare molto meglio di quello fatto questa sera!", "L'importante è la soddisfazione di avere indovinato la parola", "La soddisfazione di averla presa almeno!!", "Bravi!! Peccato solo per la cifra bassa", "Al di là delle battute, credo ci voglia una modifica al regolamento dell’ultimo gioco per tenere la cifra in palio almeno sopra la soglia psicologica dei mille euro", "Tesoro, mi si è ristretto il montepremi" fino all'impietoso e umiliante "Bravi adesso andate a comprarvi un gelato". Senza aggiunta di panna montata, però.