Si fa presto a dire “spazzatura”, quando si parla dell’inchiesta di Garlasco. Su Alberto Stasi, Andrea Sempio e soprattutto la povera Chiara Poggi si è detto in questi mesi di tutto e di più, rimestando nel torbido di dicerie, non detti, omertà, piccoli, talvolta miserabili veleni di provincia. In un clima così torbido, impossibile sperare di arrivare alla Verità con la “v” maiuscola, ma pure la verità processuale, a oggi, sembra lontanissima.
In attesa del verdetto definitivo delle nuove perizie e di un pronunciamento del giudice (due sono i casi: Sempio verrà archiviato definitivamente o andrà a processo, il secondo dopo quello che ha condannato Stasi) di monnezza e dintorni parlano anche a Zona Bianca, su Rete 4. Ospite di Giuseppe Brindisi c’è Angela Taccia, amica di gioventù di Sempio e oggi suo avvocato difensore: «Per noi - incalza - non è stata regolarmente sequestratala spazzatura e di conseguenza i reperti che la medesima contiene». Altro giallo, insomma, su quanto accaduto quel mattino del 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli. «Mi sono opposta al confronto perché una cosa è l’esaltazione delle impronte, un’altra cosa è il confronto. Il confronto è un’attività ripetibile e in eventuale futuro dibattimento, tanto è vero che anche la Procura la pensava così. Il gip ha deciso comunque di lasciar valutare al perito», spiega. «Quando c’è qualcosa che non va bene o non va secondo la propria difesa, è giusto che un difensore si esprima. Io devo dire che oggi per la prima volta mi sono associata alla Procura».
Garlasco, "impronta latente": caccia grossa nella spazzatura
Nuovo esame sulla spazzatura di casa Poggi. L'udienza per il conferimento dell'incarico al dattiloscopista ...Il tema è l’ormai celebre impronta 33, esclusa dall’incidente probatorio laddove invece l’avvocato Tizzoni, che assiste la famiglia Poggi, era di parere opposto. Il confronto in trasmissione è serrato, nervosissimo. Stefano Zurlo del Giornale riflette sulle “cappellate” (presunte) commesse dagli inquirenti, una in particolare: «È evidente come è andata la faccenda: Sempio è andato a casa e hanno tenuto aperto il verbale. Bastava scriverlo. Non la farei più complicata di quello che è». De Rensis s’infuria, Brindisi lo richiama («Però si calmi avvocato») ma serve a poco: «Dottor Zurlo, le faccio una domanda. Se l’interrogatorio è finito e quindi c’è una “firma”, mi dice come mai c’è scritto che è durato 4 ore?». «Lo hanno lasciato aperto e poi sono andati avanti. Questa è la storia». E De Rensis sbotta: «No, vabbè. Mi arrendo, non dico più niente».