La coerenza può essere una virtù ma si può anche rivelare un incubo. A questo viene da pensare ascoltando quello che ha dichiarato in un video che gira su X Amedeo Umberto Rita Sebastiani, in arte Amadeus, a proposito dell’attendibilità che hanno l’audience e lo share per rilevare i successi o i flop di un programma televisivo. L’ex conduttore del Festival di Sanremo, ora impantanatosi in opache esibizioni sulla Nove dove i suoi format hanno non solo stentato a decollare ma si sono rivelati veri e propri insuccessi, ha puntato l’indice sui sistemi che controllano l’audience.
In sostanza ha sottolineato come i dispositivi posti in una selezione di famiglie per registrare le loro abitudini di visione, non risultano attendibili per comprovare il reale seguito che ha un programma. «È solo un campione di 15 mila famiglie su 60 milioni di italiani», ha sostenuto Amadeus, riferendosi al numero di abitazioni nelle quali sono stati montati i meteor, ovvero “gli apparecchietti” (così li chiama Amadeus) che rilevano i dati campione e che ammette di «non sapere come funzionano». Una tesi che sa tanto di alibi da parte del conduttore di Nove, ora in difficoltà oggettiva visti i risibili dati dei recenti Like a star e The cage - Prendi i soldi e scappa, sul canale che fa capo a Discovery. Gli share medi ondeggiano fra il 2,77% di Like a star e una punta di 4% per The cage. Però quando il nostro Amadeus si presentava in sala stampa a Sanremo, durante le giornate dei suoi cinque Festival condotti insieme a Fiorello, gli “apparecchietti” andavano bene come test per saggiare il successo delle messe cantate all’Ariston. Ovvero, i 10 e passa milioni di italiani e il 65% di share rilevati all’epoca dagli stessi meteor che, oggi, bocciano i format di Amadeus sul Nove erano attendibilissimi, funzionanti e perfettamente veritieri.
Amadeus, la moglie Giovanna Civitillo esclusa dalla Rai: il suo messaggio durissimo
Dopo le indiscrezioni, ora arrivano anche le conferme: Giovanna Civitillo, coniugata Sebastiani, ovvero la moglie di Ama...Quindi, l’audience andava bene a Sanremo ma, ora, non più? La cosa è venuta a galla in questi giorni che hanno visto intrecciarsi, fra l’altro, il nome di Amadeus con quello di Sanremo durante un’intervista rilasciata dal conduttore allo youtuber Gabriele Vagnato, nel format Giorno di Prova. Con un giro di parole non banale Amadeus ha inviato un messaggio a Viale Mazzini. In pratica ha confermato la sua disponibilità a tornare sul palco dell’Ariston a partire dal 2027, visto che Carlo Conti presenterà e sarà direttore artistico del Festival per i prossimi due anni, però ha posto una condizione ben precisa: che al suo fianco sia assicurata la presenza di Fiorello, definito da Amadeus «il più grande amico che ho nel mondo della televisione».
Per ora la Rai non ha alcuna intenzione di cambiare: per le edizioni 2025 e 2026 ha già blindato il Festival. Le parole di Amadeus, dunque, valgono come disponibilità futura qualora i programmi che presenterà sulla Nove continuino a collezionare flop. Domandona finale, a questo punto: se un giorno tornerà all’Ariston, l’audience ridiventerà improvvisamente per lui il miglior sistema per rilevare il successo di un programma? Vogliamo scommettere di sì?